Sorelle coltelle?
Dal Belgio all'Irlanda fino ai nostri schermi?
Apple TV Plus va sempre meglio?
Ma quanto è bello quando riesco ad indovinare sin da subito se una serie avrà successo o se, comunque, mi garberà a tal punto da ritornare, a fine stagione, a scrivere una recensione positiva, nient'altro che positiva, soltanto che positiva.
Bad Sisters ci dimostra che Belgio ed Irlanda non hanno in comune solo un'ottima birra (preferisco le trappiste belghe, by the way) ma anche una serie tv che diventa irlandese partendo da un concept belga.
La serie Apple di cui vi parlo oggi, infatti, è uno show che si ispira a Clan, serie tv belga, per generare quella che per me è una delle migliori novità del 2022 (ragazzi miei andate a leggere questo articolo dove vi parlo dei migliori pilot di quest'anno).
Quando prima vi parlavo della mia felicità nel sapere di "averci visto lungo" mi riferivo al post di first impressions (che trovate qui) nel quale celebravo la venuta di Bad Sisters come qualcosa di eccellente e che eccellenti cose avrebbe potuto mostrarci nel corso della stagione.
Quello che era solo un augurio di un serialfiller di quartiere si è rivelata una felice intuizione.
Ribadisco che se siete amanti del dark humour, Bad Sisters sarà un successo assicurato per voi.
Se non doveste esserlo; pazienza, mi spiace per voi in generale ma questo non vi impedirà di godere di uno show divertente, molto teso, capace di fare una cosa molto molto difficile come quella che sto per sottolineare.
Bad Sisters è stata in grado, infatti, di delineare almeno 6 personaggi in maniera puntigliosa ma mai didascalica inserendoli, naturalmente, all'interno di un gioco molto pericoloso, strategico, rischioso e dalle venature "gialle" autentiche.
Grace, Eva, Ursula, Becka e Bibi sono le 5 sorelle che rimandano al titolo (o forse è il titolo che rimanda a loro, ma vabbè oramai ho scritto cosi...) e che sono accomunate all'altissimo John Paul, marito di Grace e uomo comune che scopriremo essere straordinariamente disgustoso.
Il pilot ci aveva fatto già intuire quanto fosse meschino JP ma quella a cui assistiamo negli episodi successivi è una vera e propria escalation in cui, tra flashback e timeline presente, scopriamo quanti pochi limiti conosca quell'uomo quando si tratta di offendere, sminuire, denigrare e ferire il prossimo, specialmente se quel prossimo è Grace, sua moglie, o le varie Ursula, Bibi, Becka ed Eva.
John Paul è un cannibale emotivo. Si nutre dei traumi degli altri per gonfiare il proprio petto e riempire la sua fallimentare vita.
JP nei suoi eccessi è il prototipo dell'uomo alfa-vigliacco che abusa psicologicamente di chiunque abbia accanto, che annichilisce la madre di sua figlia, che usa la lingua come fosse una lama ma che, cosa ancora più grave, passa anche ai fatti generando ferite non rimarginabili nella vita di Eva, Grace, Becka, Ursula, Bibi e non solo.
Con ciascuna di loro, infatti, JP ha trovato un modo alquanto ingegnoso e malefico di essere un "Prick" come tutte le sorelle saranno solite chiamarlo.
La cosa che più colpisce di Bad Sisters è che riesce ad essere un vero e purissimo dramedy poichè fonde momenti irriverenti e comici a scene molto disturbanti e drammatiche (pensate alla rivelazione finale o al racconto di tutti gli eventi traumatici in cui sono coinvolte le 5 sorelle) ma riuscendo anche a staccare nettamente il tono dei momenti più comici e quelli più drammatici quasi come avviene in Kevin Can F*** Himself (qui la recensione) ma senza che sia cosi dichiarato stilisticamente come nella serie con protagonista Annie Murphy.
Le 10 puntate di Bad Sisters sono volate via in un attimo.
La leggerezza dei toni, la curiosità nello scoprire cosa fosse davvero successo, gli intrighi morali che circondavano le sorelle, la degenerazione costante di John Paul, gli eventi assurdi ma a loro modo sensati che ruotavano intorno ai personaggi hanno fatto si che nulla apparisse scontato e che mai ci fosse un vero momento di noia o anche solo disinteresse rispetto alle donne di casa Fisher.
Ognuna di loro rappresentava una vittima che non desiderava altro che diventare carnefice, carnefice di un uomo che aveva causato solo sofferenze, peggiorando la loro vita e non migliorando la vita di nessun'altra persona al mondo.
Ucciderlo, dunque, rappresentava ancora un crimine?
La risposta, nella testa delle 4 sorelle era alquanto scontata ma non è stato facile accettare che, per quanto giustificabile, ognuna di loro fosse giunta, gradualmente, alla consapevolezza che nulla avrebbe mai fermato quell'orribile lungagnone. Tenerlo in vita avrebbe continuato a causare sofferenze a tutte, specialmente alla povera e incolpevole Grace.
Eva avrebbe continuato a soffrire anche sul luogo di lavoro dell'ingerenza del cognato.
Bibi avrebbe pensato tristemente a lui ogni volta che si sarebbe guardata allo specchio vedendo nel riflesso di quell'occhio non più nella sua orbita il male e la cattiveria di JP.
Ursula avrebbe continuato a guardarsi le spalle a vita, vittima di un ricatto incessante.
Becka avrebbe continuato a provare rabbia e rimorso, per Minnie e per le false promesse che JP le aveva riservato.
Grace era, però, la donna da salvare e non a caso l'ultimo episodio verrà intitolato "Saving Grace".
Il dramma di Grace è il dramma universale di tutte le donne la cui ombra sparisce in presenza di un marito violento psicologicamente e accanto a loro solo per farle sentire piccole, inutili, inesistenti.
L'istinto animale che in taluni uomini prevale, provando gioia nel vedere sparire gli altri, nel vederli soffrire, nel sentirli minuscoli.
Ancora una volta la moralità imporrebbe scelte che non risolverebbero il problema, ancora una volta Bad Sisters va oltre la morale e, tra una risata e l'altra, si spinge in territorio "Dexter".
Il finale, come tutta la serie, è sorprendente perchè ci tiene con il fiato sospeso e risolve un mistero lungo 10 puntate.
Chi ha ucciso JP?
Nell'arco di tutta la stagione assistiamo ad almeno 7 potenziali piste investigative che porterebbero tutte ad un'omicida plausibile, un carnefice che aveva movente ed opportunità per uccidere l'uomo.
Ogni episodio un tentativo, ogni episodio un nuovo modo di odiare JP, ogni episodio un rimandare il disvelamento del mistero.
Bad Sisters a tratti mi è sembrata una Shameless senza povertà e senza poveri che incontrava Fargo e Sherlock salutandoli mentre stringeva la mano a Dexter Morgan.
Ho adorato lo show per il suo tono e la mescolanza di generi che ha saputo portare nel piatto e ne ho apprezzato il sapiente equilibrio fra il grottesco e la tragedia, una tragedia che si annida fortissima nella storia e nella vita di Grace e delle sorelle ma che mai percepiamo come qualcosa di ingombrante, solenne, dirimente.
Dirimente, invece, il trauma collettivo di 5 donne vittime di un uomo feroce nella sua solida insipienza, lo è, lo è eccome e serie come questa non fanno altro che bene a tutti coloro, a tutte coloro vorrebbero far sentire la propria voce senza sembrare morbosamente forzate nella denuncia di, ahinoi, drammi molto comuni e frequenti oggi come ieri.
Grace è una vittima.
Bibì è stata una vittima.
Eva è stata e continua ad essere una vittima.
Ursula è una vittima.
Becka è stata una vittima.
Insieme, però, hanno sconfitto l'aguzzino, lo hanno reso impotente una volta per tutte, chiudendogli la bocca per l'eternità.
Bad Sisters è soprattutto una comedy ma, terminata la visione, ti rendi conto di aver assistito anche ad un ottimo drama.
Riderete, passerete il tempo, vi intripperete per il thriller che accompagna i 10 episodi, vi innamorerete di ogni singolo e disfunzionale personaggio e, tra una risata e l'altra, vi accorgerete di quanto sia profondamente dura e cruda la verità intorno alla vita di donne come Grace e le sue 4 sorelle.
Mica male per un dramedy irlandese ispirato ad un dramedy belga?!
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