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Bang Bang Baby: finalmente una serie italiana di cui andare fieri

Avete fede nelle serie italiane?


Dopo i successi di Gomorra, Boris, L'amica Geniale e tanti altri titoli siete diventati più patriottici televisivamente?


Cercavate una serie unica nel suo genere?


Con mia somma sorpresa, Amazon Prime Video ha sfornato una serie tv tutta italiana da guardare dall'inizio alla fine con grandissimo gusto.

Si tratta di Bang Bang Baby ed era dai tempi di Anna di Niccolò Ammaniti (qui la recensione) che non venivo ammaliato da una novità nostrana di cosi forte impatto.

Il merito va ad Amazon per averci creduto ma soprattutto ad Andrea Di Stefano che ha preso un romanzo autobiografico di Marisa Merico, dal titolo L'intoccabile, e lo ha reso una serie coi contro-cojones.

Per Andrea Di Stefano, dopo tanta televisione alla occhi del cuore, e 2 pellicole che potremmo definire Hollywoodiane arriva, finalmente, un grande successo in casa.

Definire ed incasellare Bang Bang Baby è un azzardo al quale non voglio prestarmi.

Di certo, possiamo dire che Di Stefano è riuscito a far riaffiorare ricordi oramai sopiti di un tempo che fu, attraverso immagini, pubblicità. loghi, giochi iconici ma lontanissimi nel tempo.

Dalla Tassoni alla Big Bubble, passando per il flipper e le insegne luminose e proseguendo con decine e decine di riferimenti che hanno saputo far tornare viva nella mente l'immagine di quegli anni.

Era un'epoca tremendamente diversa dalla nostra, un'era dove i cellulari non ancora avevano affollato le nostre tasche e l'iperconnessione era sostituita da chiacchierate occhi negli occhi al bar o in piazzetta.

L'autore ci riporta nella Milano degli anni '80, ancora grigia e frenetica e lontana dalla città cosmopolita divenuta negli ultimi anni.

Alice, la protagonista, è una ragazzina senza padre, derisa e quasi bullizzata dai compagni, in cerca di una ragione per vivere dignitosamente un'età cosi difficile, specie per chi la trascorre senza un padre accanto.

Il compianto genitore è stato ucciso, qualche anno prima, al luna park mentre lei sedeva sulla sedia di una delle attrazioni del luogo.

Santo Maria Barone, interpretato da Adriano Giannini, è morto sotto i colpi della mala (come avrebbero detto gli 883), lui che ne era un degno rappresentante.

La famiglia Barone, infatti, capitanata da donna Lina, interpretata benissimo da Dora Romano (E' Stata La Mano di Dio, L'Amica Geniale), è una potete famiglia calabrese che siede al tavolo delle ndrine che stanno mettendo le mani in pasta in affari meneghini, in particolar modo nel cosiddetto "affare Malpensa".

Un omicidio, però, quello del politico calabrese di stanza a Milano, Rocco Ferraù, agiterà le acque e metterà tutto in discussione.

E qui arriva la metamorfosi di Alice.

Veniamo a conoscere l'identità dell'assassino e con nostra somma sorpresa scopriamo che dietro quel delitto misterioso si cela proprio il defunto Santo Barone, tornato dal mondo dei morti per avviare un vortice di violenza, sospetti e crimine incessante.

Alice ritroverà il padre innescando una serie di eventi che la vedrà trasformarsi da ragazzina timida e bullizzata a vera criminale. La fusione fra una figura Tarantiniana e quella di una classica mafiosa italiana è riuscitissima, facendo emergere il ritratto di una ragazza astuta, senza troppi scrupoli, determinata e folle quanto basta.

Alice sarà la star, il voice over, il detonatore di una storia che non si fermerà mai, coadiuvata anche da una colonna sonora da 10 e lode.

Il contrasto fra musiche spensierate e scene cruente è frequente cosi come l'andatura musicale spesso si frappone fra l'immagine ed il racconto cambiando continuamente il tono dell'azione.

E' un soundtrack speciale, che attinge a pienissime mani da quegli anni e scorrendo quasi come fotografie musicali l'album di quell'epoca riesce ad incollarci occhi ed orecchie ad uno show che alza il livello anche grazie all'utilizzo di canzoni iconiche spesso contrastanti con l'immagine rappresentata.

I personaggi fanno il resto. Sono tutti parodistici ed eccessivi ma al tempo stesso fermi nella loro caratterizzazione granitica.

Nereo Ferraù, intrepretato da un bravissimo Antonio Gerardi, ne è l'esempio migliore.

Ritratto come un bamboccione con poche rotelle funzionanti negli ingranaggi della sua mente, Nereo diventa, episodio dopo episodio, quella scheggia impazzita capace di calamitare a se l'attenzione del pubblico. Deviato e malato come pochi ma al contempo teneramente rappresentato come un bambino troppo cresciuto incapace di trovare un posto nel mondo. Il suo amore etereo per una donna che donna non è, l'affetto per sua cugina, la passione per George Michael, il suo efferato altruismo lo rendono un personaggio ben caratterizzato ed estremamente unico.

Bang Bang Baby è circondata da personaggi cosi, variopinti e diversi, diversi dalle masse informi che circolano nel capoluogo lombardo, emblemi del contrasto visivo e percettivo che lo show prova a mostrare in ogni sequenza.

Musiche e personaggi sempre funzionali al racconto, mai il contrario.

La trama, caotica ed in continuo mescolamento, assume quasi un'importanza relativa.

A cosa importa, davvero, come andrà a finire?

Bang Bang Baby non si trascina mai ma trascina sempre, lo spettatore, i personaggi, la storia, verso lidi inattesi e lo fa con un linguaggio unico che non è mai simile ad altre cose.

Potrà piacere o meno ma Bang Bang Baby è una serie che trasuda originalità da tutti i pori.

Basti pensare al cold open dell'ultimo episodio, un incipit animato che riprende i cartoni giapponesi in voga in quegli anni e li trasforma in un "previously" anticlimatico efficacissimo che, didascalicamente, ci ricorda cosa è successo nei 9 episodi precedenti senza sembrare uno spiegone.

Bravissimi tutti.

Bravi gli autori, bravi gli interpreti (ad eccezione Lucia Mascino, davvero poco in parte nel vestire i panni della mamma di Alice).

Bang Bang Baby è la migliore novità italica di quest'anno, come lo era stata Anna lo scorso anno, insieme a Strappare Lungo i Bordi- (qui la recensione), come lo erano state L'amica Geniale (qui la recensione), The Young Pope (qui la recensione) e Gomorra (qui la recensione) negli anni precedenti.

L'Italia c'è, è presente, è viva e ha tanto da raccontare.



Sviluppo Personaggi: 8

Complessità: 6

Originalità: 9

Autorialità: 7,5

Cast: 7

Intensità: 6

Trama: 6,5

Coerenza: 6

Profondità: 6++

Impatto sulla serialità contemporanea: 3

Componente Drama: 8

Componente Comedy: 4

Contenuti Violenti: 8

Contenuti Sessuali: 3

Comparto tecnico: 7,5

Regia: 8

Intrattenimento: 8

Coinvolgimento emotivo: 7+

Opening: 8

Soundtrack: 10

Produzione: Amazon Prime Video

Anno di uscita: 2022

Stagione di riferimento: 1

241 visualizzazioni

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