Siamo arrivati ad un passo dal mid season finale.
Sarà l'ultimo arrivederci a Better Call Saul prima del gran finale agostano.
Cosi come accaduto nell'episodio precedente, dal titolo Black and Blue, anche in questo Axe and Grid accadono molte cose che potremmo definire di contorno e che servono, in particolare, a raggiungere 2 scopi principali.
Il primo è quello di agganciare sempre più riferimenti dello spinoff alla sua serie madre.
Pensiamo al libretto nero del veterinario ed, in particolar modo, al biglietto con la scritta "Vacuum" che richiama eventi narrati sia in Breaking Bad che in El Camino, in riferimento al personaggio di Ed Galbraith, interpretato dal compianto Robert Forster.
E pensiamo anche alla lavanderia di proprietà di Gustavo Fring, foriera di scene memorabili nella serie madre.
Ma c'è ancora dell'altro, c'è lo studio di Saul Goodman, molto diverso da come lo abbiamo conosciuto. Ritorna la troupe che con Saul ha condiviso in ambo le serie momenti esilaranti fatti di videomaking assurdi e coloratissimi.
Il secondo scopo è quello di prepararci agli eventi finali, almeno quelli del midseason finale, che si preannunciano scoppiettanti.
Kim e Jimmy vivranno la loro Omaha e quella inversione a "U" di Kim riesce a lasciarci senza fiato.
Chi è davvero Kim?
Quale è la sua personalità reale?
Il suo obiettivo nella vita quale potrebbe essere?
Questo magnetico, carismatico e sorprendente personaggio è diventato un faro dello show e, dopo tanti anni e 6 stagioni trascorse con lei, non ancora abbiamo capito quale sia la sua reale intenzione nei confronti di sè stessa, del lavoro, della vita e dell'amore.
Kim si sottrae deliberatamente e con vigore a quello che sarebbe stato il momento più alto della sua carriera, almeno dal punto di vista etico e morale.
Lo fa per provare a salvare la catastrofe che incombe su Jimmy ed il loro grande piano architettato da tempo nei confronti di Howard.
Quella inversione ad "u" viene fatta per amore?
Per sfida?
Per rivalsa?
Per indole?
Per egoismo o per altruismo?
Il flashback - cold open, con cui si apre l'episodio ci dice che la Kim che conosciamo oggi è l'erede di una piccola Kim che, supportata anche da una madre fuori controllo e priva di freni morali, si prodigava in furtarelli scolastici non si sa quanto consapevoli.
Il legame fra quel flashback e quella inversione ad "u" potrebbe significare qualcosa, sicuramente significherà qualcosa conoscendo Gilligan e Gould.
Significherà che Kim metterà al primo posto il suo amore più grande, quello per Jim, sacrificando la propria carriera ed i propri obiettivi professionali?
O forse significherà che per Kim lo sprezzo del pericolo è più adrenalinico di qualsiasi convegno o investitura nella società "reale" e civile?
Kim lo sta facendo per amore o per "vizio"?
Kim è un'altra versione di Jim/Saul? Più accettabile, più "polite", più ossessivamente ligia alle regole che la società impone ma che sotto. sotto, matura sentimenti di rivincita nelle piccole cose e cova quel desiderio segreto di farla franca dopo aver violato quelle stesse regole che ella si impone cosi ossessivamente di salvaguardare e difendere?
Kim è una versione ennesima della maschera Heisenbergiana che Gilligan e Gould avevano mostrato al mondo in Breaking Bad?
E' forse una versione più matura e consolidata di Skyler?
Il fatto di non averla mai vista in Breaking Bad, nonostante la capitale importanza nella vita di Saul, sta scatenando miriadi di teorie sul web.
Sarà morta? Verrà uccisa da Lalo? Scapperà in Nebraska con Saul?
Nel cold open, non a caso, scopriamo che la targa dell'auto della mamma di Kim recita proprio "Nebraska", che è esattamente il luogo designato da Saul in Breaking Bad per la sua fuga, quella stessa fuga possibile solo grazie all'intervento di quell'uomo delle aspirapolveri che qui è ritornato, proprio in questo episodio, nel libretto nero di cui sopra.
Tutto si lega. Straordinariamente. Senza alcuna sbavatura.
Sullo sfondo Mike e la sua premurosa e commovente attenzione per nuora e nipote.
Sullo sfondo Gus e la sua maniacale paranoia.
Sullo sfondo Lalo e la Germania e quel "We Have To Talk" che non promette nulla di buono.
I riferimenti abbondano.
Le minacce crescono.
La tensione sale.
Siamo ad Albuquerque, dove tutto è nato e tutto finirà.
Ancora una volta.
Voto Episodio: 8
Di seguito trovate i link alle recensioni precedenti della sesta stagione di Better Call Saul:
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