Disabituati alla bellezza?
Abituati alla bellezza?
Innamorati dell'universo inaugurato da Breaking Bad?
Che voi siate avvezzi alla bellezza, in tutte le sue forme, o abituati alla turpitudine delle cose che ci circondano, poco cambia.
I primi non potranno fare altro che arrendersi e sovraeccitarsi di fronte al terzo episodio della sesta stagione di Better Call Saul (qui trovate la recensione dei primi 2 episodi). Gli altri dovranno arrendersi altrettanto al fatto che esistono cose che, anche se non ben comprese e apprezzate, sono oggettivamente riuscite ad arrivare ad un livello superiore.
Rock And Hard Place è esattamente questo. Un certificato della magnificienza del lavoro che Gilligan ha iniziato con Breaking Bad e sta suggellando con Better Call Saul.
Ci eravamo lasciati con Nacho in fuga dal Messico e diretto a morte sicura. La mancata morte di Lalo lo ha messo in una posizione senza uscita. Chi avrebbe dovuto garantire per lui (Gustavo Fring) non è più nella posizione di farlo. Chi avrebbe dovuto proteggerlo non potrà mantenere quella promessa. I Salamanca, Don Eladio e Bolsa sono sulle sue tracce. Il ragazzo, sul finire del secondo episodio, capisce che quella sarà la sua ultima fuga.
L'episodio 3 si apre con una sequenza di una bellezza abbagliante.
Restiamo quasi 10 minuti senza che venga proferita una sola parola dai protagonisti.
La tensione è crescente. Il disarmo del giovane Varga è palpabile. La sensazione che la tragedia stia incombendo è evidente.
Nacho riesce a salvarsi.
Per ora.
Stacchiamo su Saul e Kim. Sulla loro funambolica routine, fatta di magheggi in arrivo e colpi di scena costanti.
Quello che la quinta stagione ci aveva suggerito e che questo inizio di sesta stagione sta confermando è che Saul è la rappresentazione dei più reconditi, malsani e spinti pensieri di Kim. Stiamo assistendo ad un vero e proprio transfert dei pensieri più geniali e malefici della donna, nella testa, nella vita, e nel nome di Jimmy. La coscienza di quest'ultimo è sempre stata un meraviglioso enigma, un mistero dentro al quale si celavano un'anima buona ed un altrettanto pericoloso istinto criminale. La trasformazione da Jimmy a Saul avviene soprattutto in funzione della spinta "criminale" che Kim sembra dare a Jimmy costantemente, quasi a volergli dare quella scarica elettrica che possa indirizzarlo sempre più verso un lato criminale o para criminale.
Gli eventi di questo terzo episodio ci portano ancora una volta in quella direzione, ed è magico assistere alla destrutturazione e conseguente costruzione del personaggio di Saul Goodman per come lo avevamo conosciuto in Breaking Bad. E' magico assistere alla comparsa determinante nella sua vita di una figura femminile come Kim, donna abile, intelligente, determinante ed incredibilmente sfaccettata. Il suo personaggio è uno dei personaggi femminili più rilevanti, e meglio sviluppati, della storia della tv.
Questo episodio, però, non sarebbe cosi memorabile senza il suo meraviglioso, ed ennesimo, cold open, e senza quell'epilogo che mai più dimenticheremo.
Cosi come il primo episodio ci era apparso in tutta la sua potenza in quel miscuglio di colori e bianco e nero che richiamavano lo stile e la temporalità degli eventi inerenti a Jimmy/Saul, anche in questo caso è il colore, quello di un fiore nel deserto, e quello del sangue su un vetro rotto, a riportarci, con 45 minuti di anticipo ai drammatici eventi del finale.
Nacho è in trappola. Lo ha capito. Nella sua tragica manifestazione, quella certezza porta Nacho ad uscire con smisurato onore di scena. Il suo sacrificio è commovente e glorifica un personaggio che, come tanti altri personaggi in Breaking Bad, El Camino e Better Call Saul, non sono solo cattivi, non sono solo testimoni e artefici di crimini efferati ma sono, anche, personaggi amorevole, con una coscienza pura ed un animo tutt'altro che malefico.
Il come si arrivi a quel colpo di pistola è l'ennesimo gioco di prestigio della premiata ditta Gilligan - Gould.
La sofferenza di Mike. L'accettazione di Nacho. La spietatezza di Gus. Tutti questi attributi ai vari personaggi sono l'ennesima abile messa in scena di un tragico momento che mai più dimenticheremo.
Non banale il riferimento ad Ozymandias, forse il più bello fra tutti gli episodi della serie madre, dove un Walter White oramai trasformatosi totalmente in Heisenberg, cadeva a terra nella arida terra desertica di Albuquerque, legato mani e piedi da un destino che lo attendeva. Nacho viene scaraventato giù dal furgone nella stessa identica posizione. Il destino è lì ad attenderlo.
Come fu per Hank. Come fu per Heisenberg.
Come sarà per Saul.
Voto episodio: 10
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