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Boris è resuscitato ma non fa più lo stesso effetto?

Attendevate tutti il 26 Ottobre 2022?


Siete iscritti al club "Smarmella tutto"?


Vi piace fare le cose a "cazzo di cane"?


Boris ha rappresentato, secondo criteri cronologici, storici, critici e popolari, la prima grande serie tv italiana.

Strano a dirsi per uno show a basso budget, lanciato da Sky il 16 Aprile 2007, nato, cresciuto e vissuto come parodia proprio di quel mondo che avrebbe contribuito a cambiare, ovvero quello televisivo.

Negli anni, e nel corso delle sue 3 stagioni, Boris sarebbe diventato qualcosa di più, in grado di intercettare quella goffa e tragica abitudine italiana a farsi del male come popolo, partendo da dirigenti inetti, governanti truffaldini e per finire all'italiano medio sempre pronto, nell'immaginario autoriale di chi Boris lo sceneggiava, a trovare una scorciatoia per poter sopravvivere un giorno in più.

Fu questa impressionante capacità di lettura dell'Italia di quel tempo (che purtroppo sopravvive ancora oggi), abbinata ad una comicità popolare ma acuta, a rendere Boris quel cult che da 15 anni alberga in tutti noi.

Siamo proprio noi italiani, infatti, a sentircela cucita addosso, ridendo ad ogni battuta, celebrando ogni "ottimo" di Renè Ferretti o "Bucio de culo" di Martellone come fosse un verso de La Divina Commedia.

Abbiamo riso e ci siamo visti allo specchio per anni grazie ai personaggi imperfetti e cialtroni dello show, personaggi che son finiti per diventare nostri amici, colleghi, parenti e per i quali da 15 anni proviamo un affetto genuino.

La notizia del loro ritorno ci ha mandato in brodo di giuggiole e cosi Disney Plus ci ha finalmente accontetati.

La "piattaforma" ci ha, finalmente, accontentati, rilasciando il 26 ottobre i primi 3 episodi della quarta stagione.

E quindi, come è andata?

E' andata come tutti ci aspettavamo forse e forse questa è stata la più amara delusione.

Provo a spiegarmi meglio perchè in tanti siete idolatri di Boris, me compreso, e dire cose brutte su Ferretti & co è come sparare alla schiena al tuo migliore amico o a quel cugino col quale ti confidi su tutto, giochi a calcetto, bevi una birra nei momenti in cui ne hai bisogno.

Boris è tornata e non ha fatto nulla per ripresentarsi a noi cambiata.

Ma perchè dovrebbe cambiare, potreste dirmi voi?

Perchè son passati 15 anni e la necessità di adattarsi ai nuovi tempi, mostrarsi più vecchi e forse saggi, meno guasconi di allora ma non meno brillanti, è fondamentale.

E invece mi sembra che per Boris 4 si sia voluta fare un'operazione di maquillage come se ne vedono tante in giro e che come tante è destinata a finire nel dimenticatoio.

Sin dalla sigla ho avvertito questa brutta sensazione, come se qualcosa stesse per andare nel verso sbagliato.

Tornano Elio e le storie tese e torna la stessa melodia. Cambiano le parole e son parole che provano, senza riuscirci, ad adattarsi ai nostri tempi ed alla nuova Boris.

Vedo il cast correre e scorrere mentre Elio canta e noto le stesse facce. Nulla è cambiato. Boris è tornata e dopo 15 anni non presenta alcun novità se non 10 parole nuove nella sigla ed una voglia di mostrarsi, nella sigla appunto, come qualcosa di uguale ma più patinato, ricco e adatto ad una piattaforma streaming.

Ed eccola lì, la grande elefantessa dei primi episodi.

La piattaforma.

Scopriamo che Alessandro (a' merda) è diventato un faro di una piattaforma streaming di grido, piattaforma che sta sondando la possibilità di produrre uno show ideato da Stannis e Corrinna, nel frattempo divenuti compagni. A decretare la scelta vi è, però, un algoritmo.

E subito la mia mente è tornata ad un buon film italiano con Paola Cortellesi e Fabio De Luigi, dal titolo "E noi come stronzi rimanemmo a guardare".

Il plot è identico, basta sostituire i rider con lo streaming e tutto è letteralmente identico.

E qui son saltato dalla sedia.

Ma come ha fatto Boris a cadere cosi in basso? Come ha fatto a rubare una buona idea ed appiccicarla alla sua trama principale senza nemmeno provare a nasconderne il furto?

La bellezza del primo Boris era proprio quella di saper stupire ed impressionare (ed ovviamente divertire) partendo dalla realtà, dalla società che ci circondava.

Mattia Torre era stupefacente in questo.

Il nuovo Boris non stupisce, quasi mai.

Prova a rileggere il nuovo mondo, ma non ci riesce.

Il suo è un tentativo anche goffo e banale di mettere in bocca a vecchi personaggi delle cose nuove.

L'inclusione e il corso comportamentale.

L'algoritmo che tutto decide.

Il fondo cassa sostituita dal tracking degli scontrini.

La componente teen e quella delle minoranze.

Che Boris vada a parare su questi temi è sacrosanto e rappresenta un'ottima, per quanto facile, intuizione.

Che lo faccia senza brillare è una brutta notizia per tutti.

Ma ci sono anche tante cose positive.

L'alchimia fra i personaggi è la stessa.

Carolina Crescentini non sembra essere invecchiata di un giorno e la sua Corinna appare come il personaggio più in forma in questo ritorno.

Lopez e Renè sembrano avere risentito del passare degli anni ma son rimasti ancorati ai loro personaggi nel miglior modo possibile.

Stannis e Duccio sempre alla grande.

Il trio degli sceneggiatori sempre geniale e che subito sforna un nuovo cult con il fatidico ed economico "O'dimo".

Tendenzialmente il cast, a parte Alessandro che appare un po' fuori fase nel nuovo ruolo, appare totalmente a suo agio nei panni dei vecchi personaggi che per molti di loro hanno rappresentato la gloria.

La parodia del nuovo panorama cinematografico e seriale funziona, soprattutto nello sbeffeggiamento del sempre meno umano mondo che governa meccanismi mirati a soddisfare target anagrafici e aumentare gli indici di gradimento più che produrre cose di qualità.

Il mondo è cambiato e tutto è oggetto dell'iper-controllo, della tracciabilità, dell'equilibrio forzato delle cose.

Nulla è come prima e Boris ce lo mostra con la solita ironia pungente ed il consueto contrasto fra analisi e comicità.

E' stato bello ritrovarli, questo è indubbio, e molte risate son scappate in questi primi episodi ma l'effetto sembra diverso, la gioia nell'essere lì di fronte al pesce rosso di 17 anni ed il suo padrone non è più la stessa.

C'è ma non è più la stessa.

Cosi come la qualità di dialoghi e racconto che un tempo Boris esprimeva e che oggi sembra aver perduto.

Almeno in questo avvio fatto un po' a cazzo di cane.


Voto all'inizio della quarta stagione: 6++


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