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Che inizino le danze: tra passato, presente e futuro

Questo è il primo post seriale della storia di serialfiller.org.

Certo, nei giorni scorsi sono stati pubblicati già alcuni post di presentazione, erano di carattere introduttivo, fatto salvo un mio post di analisi sulle nominations 2020 degli Emmy Awards.

Quello di oggi costituirà il vero esordio di serialfiller.org.

 

Scrivere il primo articolo ti fa capire quanto possa essere complesso il significato della parola "scelta".

Quale, tra le migliaia di produzioni degli ultimi anni, sarebbe stata la più opportuna, la più accattivante, la più meritevole?

serialfiller.org si propone di raccontarvi il passato, non farvi perdere alcunchè del presente, preparandovi al meglio per quello che verrà in futuro.

Quando ho iniziato a ragionare in quest'ottica ho capito che la scelta era, in qualche modo, già stata fatta. Era già lì, da qualche parte. Andava solo raccolta e messa nero su bianco.

Se tu, caro lettore, sei un attento appassionato come il sottoscritto, avrai forse già intuito quale sarà la serie tv della quale ti parlerò oggi.

Se non lo hai fatto, quando ti svelerò il titolo penserai a quanto sarebbe stato semplice indovinarlo.

Esiste, infatti, un prodotto che costituisce il raccordo perfetto fra un maestoso passato, un estasiante presente ed un futuro radioso.

Sto parlando, ovviamente, di:


Better Call Saul


Il 20 Gennaio 2008 la cable tv AMC trasmetteva il pilot di quella che sarebbe diventata la serie tv più importante della storia della televisione, per molti la migliore in assoluto. Breaking Bad faceva capolino oramai quasi 13 anni fa nelle nostre vite. Vince Gilligan aveva ideato, insieme a Peter Gould, un prodotto che avrebbe per sempre modificato la percezione del medium televisivo da parte di pubblico e critica. Una storia, quella di Walter White / Heisenberg, che sarebbe terminata il 29 settembre 2013 ma che sarebbe stata destinata a restare nell'immaginario collettivo in eterno.


A pochi mesi dal series finale di Breaking Bad, Vince Gilligan ed il suo fidato braccio destro Peter Gould, annunciarono che la fine di Breaking Bad non avrebbe costituito il capitolo conclusivo dell'universo breakingbadiano.

I 2 dichiararono che di li a pochi mesi sarebbero iniziate le riprese dello spinoff del capolavoro con protagonista Bryan Cranston.

Il titolo sarebbe stato "Better Call Saul" ed il protagonista un personaggio apparso nella serie madre e molto amato dal pubblico: Saul Goodman.

Bob Odenkirk sarebbe tornato a vestire i panni dell'avvocato eccentrico ammirato a partire dalla seconda stagione di Breaking Bad.

La prima apparizione di Odenkirk nella serie madre è datata 26 Aprile 2009 in episodio dal titolo, indovinate un pò, "Better Call Saul".

La notizia della produzione dello spinoff ebbe un duplice effetto:


  • Da un lato ci fu la totale esaltazione da parte dei fan. Il poter rientrare in quelle atmosfere, accarezzare nuovamente alcuni personaggi, ritornare ad Albuquerque per esplorare ancora una volta determinati percorsi narrativi, creò un'attesa spasmodica verso "Better Call Saul".

  • Dall'altro lato c'era però una forte preoccupazione. Per molti, creare uno spinoff poteva essere rischioso, a tratti presuntuoso. Il pericolo era quello di "rovinare" la perfezione che "Breaking Bad" era riuscito a creare. Un'alchimia fra trama, eventi, personaggi, sviluppo, fotografia, regia e momento storico, che sembrava essere irripetibile. Better Call Saul avrebbe potuto solo "macchiare" la cristallina reputazione che Breaking Bad era riuscito a costruirsi nell'arco delle sue intense 5 stagioni.


Vince Gilligan e Peter Gould hanno lanciato il guanto di sfida, soprattutto a se stessi, ripetendo fino alla noia che non avrebbero mai ideato "Better Call Saul" se non fossero stati convinti della bontà dell'intera operazione.



Ricordiamo che Gilligan, ai tempi della quinta stagione di Breaking Bad rifiutò la corte di AMC e di investitori privati che offrirono lui somme pressochè illimitate per "allungare il brodo" della serie, che stava vincendo ogni premio immaginabile e incrementando gli ascolti (e dunque i ricavi) episodio dopo episodio.

Era dunque lecito aspettarsi che Gilligan stesse parlando con sincerità e convinzione quando si lanciò nella nuova avventura.

Oggi, a distanza di 5 anni e mezzo da "Uno", primo episodio di Better Call Saul", sappiamo tutti come è andata a finire.

 

Better Call Saul è stata sempre nominata nella categoria Best Drama agli Emmy awards (compresi quelli di quest'anno dove però fanno rabbrividire le mancate nominations a Rhea Sehorn e Bob Odenkirk) , sin dal suo esordio. Odenkirk ed il suo Jimmy McGill/Saul Goodman sono entrati di diritto nella hall of fame dei migliori personaggi all time.

La quinta stagione di Better Call Saul, andata in onda nella prima metà di questo pandemico 2020, è ampiamente considerabile come la migliore serie dell'anno al momento.

Sono molti a sostenere che Better Call Saul oggi sia riuscita, addirittura, a sorpassare Breaking Bad sia a livello qualitativo che come gradimento complessivo della critica.

Registi come Guillermo Del Toro (premio oscar per "The Shape of Water") e Darren Aronofsky ("Requiem For a Dream", "Black Swan", "The Wrestler") reputano "Better Call Saul" better than "Breaking Bad".

Sono discorsi che lasciano, come spesso accade in questi casi, il tempo che trovano, ma possono aiutare a comprendere quanto lo spinoff abbia saputo essere all'altezza della serie madre.


Maradona o Pelè?

The Beatles o Rolling Stones?

Tarantino o Scorsese?

Mamma o Papà?


Questo parallelo, però, una valenza signficativa ce l'ha. Il fatto che oggi si parli di quale tra le 2 serie sia la migliore, rappresenta il più importante attestato di stima, certificato di qualità verso Better Call Saul.

Uno spinoff della serie tv più importante di tutti i tempi che è riuscito nell'impresa più ardua:


Onorare la serie madre e costruirsi una propria identità.


Guardando una qualunque puntata di Better Call Saul, la vostra mente evocherà immediatamente eventi, momenti, scene tratte da Breaking Bad.

Al tempo stesso, però, le avventure di Saul, Kim, Gus, Nacho, Mike e gli altri personaggi, vecchi e nuovi, dello spinoff sono riusciti a crearsi il loro piccolo angolo di universo. Sono personaggi e storie che camminano perfettamente sulle loro gambe, anzi corrono i 100 metri con lo stesso sprint di Usain Bolt.

In questo è immediato un parallelo, seppur strutturalmente differente, con un'altra serie tv che ha trionfato alle scorse nominations agli Emmy Awards: Watchmen.

Anche la serie tv di HBO, scritta da Damon Lindelof, deve il suo successo alla capacità dell'autore di onorare il materiale originale (il fumetto di Alan Moore in quel caso), riuscendo contemporaneamente a costruire una sua specifica identità, attualizzando temi e atmosfere care alla graphic Novel ed al suo autore.


La capacità di Gilligan e Gould di incastrare pezzetti sparsi di Breaking Bad, con frammenti costruiti ex novo in Better Call Saul è sublime.

Tutto sembra, sempre, incasellarsi alla perfezione.

Senza alcuna sbavatura.

Se in molti reputano lo spinoff allo stesso livello, se non addirittura superiore, di Breaking Bad, è perchè è riuscito a decostruire e costruire personaggi come Mike e Saul. Personaggi che conoscevamo bene, ma, che nello spinoff abbiamo conosciuto davvero, nel profondo.

Costruire da zero un personaggio e farlo bene è complicatissimo.

Ereditare un personaggio con un enorme vissuto alle spalle e dovergli cucire addosso una nuova serie, a metà tra il prequel ed il sequel, è qualcosa che va molto oltre il concetto di complicato.

Ecco perchè Better Call Saul è, e sarà la costante seriale contemporanea con la quale si è voluta inaugurare la prima tappa del tour nella mente di un serialfiller.

Lo considereremo il nostro Desmond Hume, la nostra costante, capace di conneterci con un glorioso e recente passato (Breaking Bad), uno scintillante presente (miglior serie 2020 ad oggi) ed un futuro imminente e certamente radioso (stagione finale di Better Call Saul nel 2021).





 

Trama: 9,5

Sviluppo Personaggi:10

Complessità: 10

Originalità: 10

Impatto su serialità contemporanea: 10

Regia: 10

Intrattenimento: 8

Comparto tecnico: 10

Coinvolgimento emotivo: 10

Soundtrack: 7



 













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