Un giudizio "tranchant", sin dal titolo.
I Leoni di Sicilia, da qualche giorno disponibile su Disney Plus, fa il passo più lungo della gamba risultando, alla fine della corsa, una gazzella che si pensava leone e che dai Leoni vien poi mangiata.
Una metafora che serialmente strugge e distrugge la serie italiana con protagonista Miriam Leone insieme ad Eduardo Scarpetta (L'amica Geniale), Michele Riondino ed un cast italiano di tutto rispetto.
Non è stato certo il casting, infatti, il problema di questa serie.
E non è stata neppure, in senso stretto, la qualità esposta.
Il problema vero è rappresentato dall'ambizione mal dichiarata o mal celata di voler essere una serie di respiro internazionale ed importante impatto.
La cosa ancora più fastidiosa è stata che, dietro questo intento presunto vi era, in realtà una presa d'atto degli autori stessi che questa dovesse essere una serie fabbricata ad arte per poter abbracciare un pubblico più ampio di quello tricolore offrendo ai non italiani un pizzico di Italia, di colore e sapore tipicamente italiano.
E noi, glielo abbiamo offerto, tingendoci, a tratti, di ridicolo e di provinciale complesso di inferiorità.
Da serie piccole che si atteggiano a grandi a serie e personaggi infiniti, vi invito a presentarvi puntualissimi all'appuntamento con la Hall of Fame 2023. Qui tutti i post e relativi sondaggi.
I Leoni di Sicilia è tratto dall'omonimo romanzo di Stefania Auci pubblicato nel 2019 e degno di un sequel, scritto nel 2021, reso quasi necessario dal planetario successo riscontrato dal libro.
Il primo check, nel manuale della serie di successo assicurato da esportare all'estero, i produttori lo hanno, dunque, spuntato.
Per "flaggare" la seconda casellina, c'era bisogno di un grande direttore d'orchestra, uno che anche gli spettatori di Liverpool, Jacksonville e Pamplona conoscessero. E allora eccovi serviti Paolo Genovese, uno che con il suo Perfetti Sconosciuti è divenuto uno degli autori più riciclati della storia del cinema.
Mancava un terzo ingrediente, e quello era l'ambientazione. La Sicilia dell'ottocento può bastare? Direi di si.
Aggiungici il fascino nostrano di Miriam Leone, la veracità di Scarpetta ed ottieni il mix perfetto.
Più pre-confezionato e commerciale di cosi?
Ed ecco che qui casca l'asino.
C'è una sottile linea di confine da non superare mai quando vuoi produrre qualcosa di qualità e quella linea, i Leoni di Sicilia, mi pare che l'abbia abbondantemente superata.
Quando pensi che la storia cammini da sola, il buon regista possa bastarti, la location riconoscibile sia sempre lì a salvarti, l'atmosfera tipica e confortevole che vorresti ricreare sia sufficiente a farti dormire sogni tranquilli ecco che proprio in quel momento stai passando dalla padella alla brace, dalla potenziale greatness alla mediocrità.
I Leoni di Sicilia, partendo dall'estremo dello spettro diametralmente opposto, raggiunge il medesimo (e pessimo) risultato di Everybody Loves Diamonds, altra serie italiana, recensita qui qualche giorno fa, e di cui si è fatto un gran ciarlare senza che qualcuno potesse davvero avere il coraggio di etichettarla come una ottima serie.
Se la serie Amazon Prime Video aveva deciso di premere costantemente sull'acceleratore e di aggrovigliare schemi, stili e metodi fighi ma già visti ovunque per sembrare ai nostri occhi a sua volta cool e originale, i Leoni di Sicilia, un po' come lo Champagne, sceglie il metodo classico.
Narrazione pulita. Storyline semplici. Personaggi molto lineari. Una serie di facilissima digestione.
Qui, come in Everybody Loves Diamonds, il risultato è sciapo e l'orgoglio italico finisce sotto i tacchi.
I Leoni di Sicilia, in conclusione, appare una serie che sognava di essere internazionale ed ha finito per essere una moderna fiction italiana.
Alla faccia dello show internazionale!
Voglia di continuare a vederlo: 4
Voglia di consigliarlo: 5
Originalità: 2
Cast: 6+
Comparto Tecnico: 5,5
Opening: 3
Dove Vederla: Disney Plus
Anno di uscita: 2023
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