Il quarto episodio di WandaVision mi è proprio piaciuto.
Parto cosi, con questo endorsement immediato prima di andare leggermente più nel dettaglio nelle prossime righe.
Gli spoiler ci saranno ma ci saranno solo e soltanto dopo l'immagine della stupenda Elizabeth Olsen, preoccupata o forse impaurita da qualcosa.
E quanto sia brava e carina la Olsen nei panni di Wanda è uno dei motivi per cui WandaVision merita una chance. Può sembrare un commento superficiale ma non è facile individuare dei protagonisti o delle protagoniste che sembrino essere nati o nate per recitare nei panni di quel personaggio.
Elizabeth Olsen sembra essere nata per essere Wanda Maximoff (in realtà sembra essere nata per recitare la parte della protagonista di Sorry For Your Loss ma vabbè) e questo impreziosisce ogni attimo in cui ella è presente sullo schermo.
Ho bisogno di approfondire questo aspetto ma visto che dovrò fare qualche spoiler allora meglio farlo dopo la pubblicità!
Pardon, dopo l'immagine della bellissima Wanda.
Vi ho fatto aspettare un pochino prima di andare in profondità al concetto poco fa espresso perchè credo che sia particolarmente interessante notare come la perfezione del binomio Olsen-Wanda sia ancora più esaltata da un episodio in cui Wanda è praticamente assente per la maggior parte dell'episodio.
E' un episodio iper-mega metatestuale da cima a fondo sia grazie ai riferimenti al blip e agli eventi degli ultimi 2 Avengers (Infinity War ed Endgame) sia perchè sono gli stessi personaggi che vediamo nella prima parte dell'episodio (personaggi quasi tutti nuovi per noi) a divenire essi stessi spettatori della realtà, della sitcom ambientata a Westview e (come scopriremo sul finale) plasmata da Wanda stessa.
E' una matrioska che vede Wanda intrappolata in una realtà presumibilmente creata da sè stessa, Visione come proiezione del subconscio di Wanda stessa, gli abitanti di Westview vittime del sogno lucido di Scarlett Witch, gli agenti dello SWORD esploratori di questa sitcom ambientata prima negli anni '50 poi nei '60 e infine nei '70.
La Olsen è perfetta soprattutto in questo episodio dove rimane ai margini proprio perchè basta poco per sentirne la mancanza e basta un immagine proiettata in una tv vintage per ravvivare e arricchire quel fotogramma.
Dove c'è Wanda c'è casa si sarebbe detto in una vecchia pubblicità.
Ma l'elemento principale per cui la Olsen è Wanda, ed in un'accezione più generale è tutta WandaVision, è dato da quel momento finale, durato pochissimi minuti, dove la ritroviamo, persa nella sua realtà, alle prese coi suoi timori ed i suoi poteri e rapita da quella sensazione di sgretolamento di un mondo costruito solo per restare ancorata al suo amatissimo Visione.
Nonostante l'episodio sia stato stupendo anche senza Wanda è proprio quando vediamo la nostra eroina che tiriamo un sospiro di sollievo, che ci sentiamo nuovamente e davvero a nostro agio. Son bastati pochi minuti senza di lei, ed in parte senza Visione, per sentirne maledettamente la mancanza.
Aver scoperto qualcosa in più sulla natura di Westview e di questo sogno lucido conferisce a Wanda un magnetismo ancor maggiore, accrescendone quella sorta di affettuoso timore che abbiamo nei confronti della nostra beniamina potentissima e disperatamente innamorata, disperatamente appesa al dolore della morte di Visione (morte confermata proprio durante questa puntata da uno degli agenti dello SWORD).
Questo episodio 4 rappresenta la svolta che ci aspettavamo ed è clamorosamente efficace nel regalarci un colpo di scena se volete telefonato e anticipato dalle mille teorie del web ma che ci stupisce comunque agitando la nostra mente sin lì rasserenata dall'idillio che "the inusual couple" aveva mostrato nei 3 episodi della "sitcom WandaVision".
La scoperta di cosa sia veramente Westview e di quanto sia potente il desiderio di Wanda di restare ancora aggrappata al suo amore, getta la serie in una dimensione totalmente nuova.
I prossimi episodi saranno meno rassicuranti e più bui e forse non è un caso che l'omaggio ai decenni e alle loro connotazioni telefilmiche stia arrivando agli anni '80, anni in cui verrà gettato il seme di una tv più matura e meno piaciona, un seme che verrà raccolto da Lynch con Twin Peaks un decennio dopo e che germoglierà su HBO nella golden age della serialità fino ad arrivare ai giorni nostri.
E se WandaVision accostasse le vicende e gli stati d'animo della sua protagonista proprio alle peculiarità della tv dei tempi che andrà a raccontare?
Dopo aver assistito a 2 episodi scanzonati, abbiamo ammirato un terzo episodio più movimentato. Come sarà il prossimo?
Se pensate all'evoluzione nella comedy negli ultimi 60 anni scoprirete come la comedy sia passata dall'essere elemento di puro intrattenimento a genere di totale introspezione, condita da qualche gag. E se il viaggio di Wanda seguisse lo stesso canovaccio?
Per adesso ci gustiamo questo quarto episodio, decisamente il migliore della serie e foriero di grandi speranze per la seconda e conclusiva parte di stagione.
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