Vi è mai passato per la testa di iscrivervi ad un corso di aerobica?
E avreste mai immaginato di prestare attenzione ad una serie tv che parlasse di questo hobby/sport?
Siete dei malati del fitness e smaniate dalla voglia di assistere ad uno show che approfondisca questa passione?
Rose Byrne è Rose Byrne e se passa in tv una scena con lei presente non potete esimervi dal sedervi e guardare la tv?
Amici del fitness, amiche dell'aerobica, Apple TV Plus ha pensato anche a voi e lo ha fatto confezionando una serie tv con protagonista Rose Byrne (Mrs America di cui qui vi ripropongo una mia vecchia recensione) e una California elettrica ed in pieno boom.
Quello che non potevamo sapere è che Physical sarebbe stata molto ma molto di più, diventando una delle serie tv preferite del 2021 di Nella mente di un serialfiller, e se non ci credete consultate al volo il post delle migliori serie tv dell'anno, che trovate cliccando qui.
A dir la verità, che Physical avesse un potenziale enorme lo avevo intuito sin dal pilot che non a caso avevo recensito con enorme entusiasmo in questa recensione di First impression che trovate qui.
Protagonista impeccabile, abbattimento della quarta parete effettuato con ritmo ed eleganza, spinta propulsiva verso una narrazione mai banale, utilizzo di stratagemmi quali il flash forward ben dosati e funzionali al racconto, ottime musiche, una dichiarata attenzione alle donne ma che rifuggeva ogni clichè e una protagonista impeccabile ma questo lo avevo già detto.
E partiamo da lei, partiamo dalla perfetta, gracile, eterea, simpatica, nevrotica, leggiadrissima Rose Byrne.
Il ruolo di Sheila sembra esserle stato cucito addosso, proprio come quello di Tony Soprano era cucito su misura per James Gandolfini o quanto quello di JD per Zach Braff. Se esiste un sarto lassù che ha agito di ago e di filo per Bryan Cranston nei panni Walter White allora deve essere stato lo stesso che ha disegnato, approvato e lavorato l'abito di Sheila Rubin che Rose Byrne avrebbe indossato in Physical.
E con Walter White la nostra Sheila ha un sacco in comune. Certo non diverrà mai un boss della droga e non impugnerà mai una pistola, non raserà mai il suo folto capello e non troverà mai uno pseudonimo col quale terrorizzare gli antagonisti ma quella trasformazione intima da Mr Chips a Tony Montana (leggendaria metafora utilizzata dal creatore di Breaking Bad, Vince Gilligan, per descrivere il percorso del suo mitico personaggio), quella si, quella ce l'ho vista tutta.
Sheila Rubin è una donna ma è soprattutto una moglie ed una madre, ruoli sui quali il peso della sua esistenza è schiacciata totalmente.
Lo sfogo delle sue frustrazioni diventerà un disturbo alimentare che la porterà ad ingozzarsi cheeseburger in una stanza di un motel per poi indurre conati di vomito sintomo di un senso di colpa strabordante verso il suo perfetto aspetto fisico.
E già qui vediamo emerger 2/3 temi fortissimi:
- Il ruolo della donna
- Il principio di autodeterminazione
- Il tema dei disturbi alimentari
Physical non solo riuscirà a trattarli egregiamente tutti nel corso della prima stagione ma a questi ne aggiungerà molti altri.
Sheila, ben presto, troverà, del tutto fortuitamente, un'altra valvola di sfogo: l'aerobica.
Quel mondo emergente, fatto di saltelli e jumpin jack, di musica e ballate, finirà per attrarla in un vortice virtuoso che le consentirà. in un colpo solo, di distaccarsi dalla routine, imporsi agli occhi del marito e del mondo, mettere a tacere la sua "fame" nervosa.
Ma c'è di più, Sheila, attraverso questo hobby riuscirà a creare il proprio mondo, un mondo nel quale c'è spazio per lei e per lei soltanto.
Può suonare un inno all'egoismo ma chi ha visto la serie sa bene che, sebbene il tema degli interessi personali contro gli interessi generali sia vivissimo, Sheila ha combattutto, o meglio si è arresa, contro stereotipi e leggi non scritte per tutta la vita e, arrivata oltre i 30 anni, merita, come tante altre donne, uno spazio tutto per sè, dove esprimersi, stare bene, giocare ad armi pari con uomini d'affari o semplicissimi esseri umani ai quali la vita ha concesso maggiore libertà.
E' lapalissiano dire che il percorso di Sheila non sarà privo di incidenti ed ostacoli. Vi saranno silenzi, segreti, sotterfugi e una carriera politica del marito da avviare e lanciare, a dispetto di quello che Sheila vorrebbe.
Le apparenze, insomma, vanno mantenute e nel farlo Sheila si accorgerà sempre più di cosa vorrebbe veramente dalla sua vita. Il mantenimento di questo fragile equilibrio riesce benissimo alla serie che accelera e decellera costantemente, senza mai scivolare o cadere o sbandare. Forse qualche volte sgasa più del dovuto ma riesce sempre a fermarsi in tempo prima dello schianto e questa è una capacità che solo i grandi autori hanno e le grandi serie ereditano dalle penne di chi scrive.
Come se non bastasse i personaggi di contorno, seppure sommersi dalla luce di Rose Byrne e della sua Sheila, funzionano, agendo da comic relief a volte e da grimaldelli alla narrazione altre. A questo aggiungeteci un montaggio sonoro a livelli top, musiche che caricano Sheila ma anche noi spettatori ed una regia che per un dramedy da 25 minuti ad episodio non è mica da buttare.
Il monologo interiore di Sheila ripesca dagli annali della serialità (penso a Dexter su tutti) e ci accompagna lungo tutta la prima stagione, sorprendendoci continuamente.
In definitva, dunque, non ammetto riserve su Physical. L'ho trovata gustosa e originale, imprevedibile ma sempre chiara e comprensibile e poi Rose Byrne è bella e impeccabile come non mai, ma questo lo avrete oramai già ampiamente capito.
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