Quest'anno sono riuscito a mettere insieme almeno 5 serie tv italiane che tutto sommate varrebbe la pena recuperare, vuoi per passare il tempo, vuoi per investirlo verso prodotti che se fossero americani o inglesi avrebbero già fatto il pieno di visualizzazioni.
Trascuriamo troppo spesso la bravura dei nostri autori che invece meriterebbero migliori e maggiori attenzioni, capaci come sono di incidere nonostante budget ridotti ed una fiducia nel sistema audiovisivo bassissima. Spesso sento e leggo commenti (anche di alcuni di voi..) che trattano la serialità italiana come qualcosa di respingente, di banale. No ragazzi, non scherziamo. Qui abbiamo creato Boris e Romanzo Criminale, L'Amica Geniale e The Young Pop e tante altre serie buone/ottime che quest'anno hanno raggiunto uno spettro ancora più ampio, non solo il genere d'autore o criminale ma anche l'animazione e lo sci-fi.
Prima di scoprire insieme le italiche soddisfazioni del 2021, vi invito a votare proprio la migliore serie tv dell'anno. Dove? Qui:
Gomorra
Partiamo dalla fine.
La fine dell'anno.
La fine di un'epoca.
La fine della serie italiana più importante e nota di tutti i tempi.
Si tratta di Gomorra e se siete tra quelli che non la guardano perchè "il napoletano è un dialetto di m***" (fatevi curare ragazzi miei se questo è il vostro commento ad una serie che non avete manco visto) o che non la guardano perchè "in Italia parliamo solo di criminali" allora per favore state a casa e collegatevi su Dazn in attesa della Leotta e di 22 pettinatissimi ragazzotti che corrono dietro ad un pallone (e lo dico da appassionato di calcio).
Gomorra è finita, evviva Gomorra.
La stagione finale è stata molto intensa ma soprattutto ha preservato l'anima e il carattere della serie e di tutta la mitologia di Gomorra che, sembra incredibile, consta oramai di un romanzo di successo, di un film diretto da un mamma santissima come Matteo Garrone e della succitata serie.
Il finale non ha soddisfatto tutti ma ci ha consegnato un messaggio potentissimo che spero tutti possano cogliere, consentendo a se stessi di amare Gomorra sino in fondo, nonostante i difetti.
Strappare Lungo i Bordi
Dalla best italian series ever alla migliore serie italiana dell'anno, o di certo quella più amata, conosciuta e chiacchierata. Si tratta del primo avvento di Zerocalcare su Netflix e nonostante la serie fosse una serie piccolissima nella sua struttura (6 episodi da 20 minuti) essa è riuscita a generare un impatto enorme, quasi devastante.
La mitologia di una generazione, una generazione confusa, imperfetta e stranita quella che descrive Zerocalcare nella sua Rebibbia, deformando voci e ricordi di una vita trascorsa ad aspettare ed indugiare ma che nel frattempo è andata inesorabilmente avanti.
Serie divertentissima ma anche estremamente profonda, dalla quale noi italiani non potremo più tornare indietro.
Anna
La serie tv Sky Original di Niccolò Ammaniti, adattamento seriale del suo omonimo romanzo, è una delle frecce che metterei al mio arco per convincere una qualsiasi persona di intelligenza medio - alta a convertirsi alla serialità, magari anche a quella italiana.
Anna ha tutto quello che serve per essere internazionale.
Una storia potente e visionaria che è riuscita a precorrere gli strani tempi che stiamo vivendo.
Un'ambientazione particolarmente unica.
Un contesto imprevedibile.
Una storia che può avere un impatto molto forte in chi la fruisce come spettatore.
Il tutto supportato da una tecnica di assoluto livello ed una buona dose di consapevolezza e ambizione.
Il genere è indefinito ed indefinibile (è un drama? è uno sci-fi?).
La sua ascesa è folgorante.
Generazione 56k
Il gruppo The Jackal dopo aver sconfinato al cinema ed aver raggiunto molte zone della tv generalista e non solo, riescono a sfondare anche nella serialità, quella vera, quella seria.
Lo fanno con un prodotto divertente e leggero ma anche abbastanza intelligente da scatenare un effetto nostalgia sempre efficace.
Napoli e dintorni come sfondo.
Una coppia di trentenni si ritrovano e riaccendono vecchi ricordi e soprattutto una fiamma amorosa con la quale non avevano mai avuto modo di riscaldarsi a vicenda. Flashback gustosi che ci proiettano in un mondo che fu, solo 2 decadi fa ma che oggi sembra solo un lontanissimo e sbiadito ricordo.
Generazione 56K non sarà mai un prodotto di riferimento ma un prodotto di buon intrattenimento, quello si.
Speravo de morì prima
E chiudiamo con una serie che, ad inizio anno, ha fatto molto parlare di sè. C'è chi ne ha parlato un gran bene (forse esagerando con le lodi) e chi ne ha stroncato ogni minuto (probabilmente esagerando con le critiche).
La verità (almeno quella del vostro serialfiller di quartiere) è che Speravo dè Morì prima ha saputo raccontarci i turbamenti di un campione a fine carriera, restituendoci tutta la leggenda e la fragilità di Francesco Totti con grande autoironia ed un pizzico di dramma interiore che ha delineato bene le sofferenze di un fenomeno del calcio che a 40 anni inoltrati ha dovuto dire addio all'unica vita e l'unico mestiere che abbia mai riempito le sue giornate sin da quando era bambino.
Tanti soldi e tante soddisfazioni ma alla fine tutto finisce ed andare avanti, senza il fuoco ardente della passione, è un esercizio esistenziale per tutti anche per chi a Roma è considerato l'ottavo re e nell'olimpo del calcio un'istituzione.
Citazione anche per la prima serie tv di Muccino, che riprende quanto già fatto nell'omonimo film dal titolo A casa Tutti Bene e per la prima serie tv di Carlo Verdone al quale proprio non riesco a volere male nonostante la serie sembri essere stata girata controvoglia da un passante con il proprio smartphone. Vita da Carlo è su Amazon Prime Video.
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