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Little Fires Everywhere: un family drama vibrante, esaltato da 2 grandi attrici

Dopo la morte di Lynn Shelton, regista di molte serie tv di successo, parlare di Little Fires Everywhere ha assunto connotati più solenni. A pochi giorni dal finale è arrivata questa tremenda notizia. Con questo posto vorrei ricordare la Shelton parlando della sua creatura più giovane e di successo.

Little Fires Everywhere, più di ogni altra serie, è nettamente divisa in 2 fasi: la prima è un atto di fede nei confronti della seconda. Superato lo "scoglio" dei primi 3/4 episodi, infatti, essa è capace di regalare solo e soltanto gioie allo spettatore, non perchè i primi episodi siano brutti ma perchè sono compassati, poco digeribili e poco "nuovi" ma fondamentali per delineare i tratti caratteristici delle protagoniste in modo da farli emergere in maniera esplosiva nella seconda parte di stagione. Essi sono anche essenziali alla costruzione della storia che decollerà nella seconda parte della miniserie di Hulu. Ecco perchè, resistendo alla tentazione di abbandonare lo show, si viene ampiamente ripagati della fiducia concessagli. La seconda parte di stagione è un crescendo che raramente abbiamo visto in una serie debuttante. La drammaticità è imponente, le scelte per le protagoniste si fanno sempre più difficili, la coerenza narrativa è solida, lo sviluppo dei personaggi inesorabile.


Sono propri i personaggi a rappresentare il grande punto di forza di Little Fire Everywhere. Il casting è stato notevole rispetto ai tanti adolescenti coinvolti nelle riprese, in particolare i giovani attori che interpretano Izzy e Pearl. Le 2 giovani attrici hanno dato grande prova di sè dimostrando di essere molto, molto promettenti. Non vi è dubbio che sentiremo parlare di entrambe ancora a lungo. Joshua Jackson è stato molto in ombra, quasi un comprimario, ma per sua (e nostra) fortuna il suo personaggio non è risultato piatto e monodimensionale, seppur schiacciato dal peso delle 2 mirabili protagoniste. Tutti i personaggi "secondari" hanno dovuto fare i conti con il lavoro eccezionale di Reese Whiterspoon e Kerry Washington, risultate semplicemente fenomenali. Il loro contributo è stato fondamentale per la buona riuscita della serie, uno di quei casi in cui una serie ha trovato giovamento dalle sue interpreti, senza le quali, probabilmente non avrebbe avuto lo stesso impatto. Entrambe sono state il volto di 2 facce di una medaglia per niente uguale ma che ha saputo raccontare l'America e il sogno Americano, attraverso le loro storie e attraverso quei sobborghi "bene" di cui gli Stati Uniti erano zeppi allora e sono zeppi adesso. Negli anni '90 la questione razziale era ancora molto presente (non che ora non lo fosse), sottaciuta in determinanti ambienti e proprio per questo ancora più esplosiva. Dietro gli slogan, pregni di tolleranza e rispetto, c'era ancora la resistenza e l'odio dell'uomo bianco verso quello "nero", fatto di piccoli gesti, come il proteggere la borsetta al passaggio dell'uomo "nero" o come il non riconoscere pari diritti e dignità a chi avesse la pelle di un colore diverso dal proprio.

La questione dell'abbandono di May Ling, nella serie, ha fatto esplodere tutte le contraddizioni interne di Shaker e dell'America stessa, un America tutta sorrisi, addobbi e strette di mano, dietro le quali si sono sempre nascoste, e ancora si nascondono, reminiscenze ataviche di superiorità e mal tolleranza verso il diverso La spietatezza, il cinismo, il razzismo di Elena si è scontrato contro la forza, la determinazione, la carica, il vissuto di una donna come Mia. Pearl ha rappresentato il pomo della discordia, il boomerang che è stato lanciato da entrambe e che ha colpito, di ritorno, entrambe ma che ha finito per ferire solo Elena, rafforzando, di contrappasso, Mia. Ma Little Fires Everywhere oltre ad essere una storia sull'ipocrisia è anche una storia sul coraggio, sul dolore. Il dolore di Pearl, ignara dell'enorme dramma, dell'enorme scelta fatta dalla madre all'epoca della sua nascita. Quello di Izzy, una nota stonata nella famiglia che Elena vorrebbe disegnare, la classica percora nera che nessuna famiglia di quel tipo, di quel rango vorrebbe avere dentro le proprie mura. Quello di Elena stessa, convinta di aver sacrificato troppo per quei 4 figli.

Il dolore di ogni singolo componente della famiglia, troppo spesso sotto pressione per cercare di essere sempre al meglio, sempre meglio per accontentare Elena, per garantire quegli standard di apparenza dietro la quale, spesso, si nasconde un vuoto tremendo.

Elena è il cancro che infetta tutti, che rende tutti, in un modo o nell'altro malati, tutti talmente doloranti da desiderare un nuovo inizio, lontano da lei, lontano da tutto. Un nuovo inizio simboleggiato perfettamente dal fuoco, che tutto brucia ma che è capace anche di generare nuova vita, nascente da un terreno oramai raso al suolo ma più fertile e simbolico di una tabula rasa dalla quale poter risorgere come Fenici. Ed ecco che è il dolore di Mia, seppur sempre mai troppo urlato e drammatizzato, ad essere il dolore più grande e più significativo. Donna amata ma rimasta sola a causa di 2 lutti enormi e ravvicinati. Donna ripudiata dalla sua stessa famiglia. Donna in fuga per proteggere l'unico anello di congiunzione fra lei ed il mondo. Da quell'immenso dolore, da quella terra bruciata intorno a se nasce una nuova donna, capace di vivere una nuova vita, sotto nuovo nome e nuove spoglie ma forse ancor più forte di prima.

Non è forse questo il femminsimo? Non è proprio questa l'emancipazione? Non è proprio questo l'esempio di una donna, per di più afroamericana, indipendente, orgogliosa, forte e senza limiti? Ci sono momenti speciali che fanno di Little Fires Everywhere una grandissima serie tv, una serie tv che lascia dentro qualcosa, che appassiona e che, come solo le migliori serie tv sanno fare, hanno la capacità di emergere e raccontare qualcosa che va oltre la stessa storia messa in scena.



 

Trama: 7

Sviluppo Personaggi: 9+

Complessità: 7

Originalità: 67

Cast: 9,5

Impatto sulla serialità contemporanea: 6,5

Componente Drama: 9

Componente Comedy: 2

Comparto tecnico: 6,5

Regia: 6

Intrattenimento: 6,5

Coinvolgimento emotivo: 9

Soundtrack: 7

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