Ci sono serie tv che ti prendono e serie tv che semplicemente sfuggono al tuo processo empatico.
Noi, I ragazzi dello Zoo di Berlino, appartiene alla seconda categoria.
Non vorrei, ma è cosi.
La visione del pilot della serie tv tedesca disponibile su Amazon Prime Video, non mi ha coinvolto e mi ha lasciato con un senso di profondo dispiacere poichè, sotto sotto, son certo che questa serie abbia moltissime carte in regola per entrarti sotto pelle e non andare più via.
La serie ispirata al leggendario film di 40 anni fa non fa parte di quei prodotti che abbandoni perchè non hanno nè testa, nè coda.
Anzi.
Ci sono momenti in cui pensi che possa essere “the next big thing” a livello seriale, eppure, alla fine dell’episodio pilota, ho deciso che il rapporto fra me e la serie tedesca si sarebbe interrotto lì, almeno per ora.
E’ una di quelle decisioni serialmente sofferte ma che un serialfiller sopraffatto ogni tanto deve prendere.
Zoo non è una serie facile e pertanto non può essere guardata nei ritagli di tempo o sovrappensiero come potrebbe capitare a serie più leggere, come Sexify o Jupiter’s Legacy ad esempio, che possono giovare della loro scarsa profondità per essere visionate sino in fondo, magari anche immeritatamente.
Se decidete di dare una chance a Zoo, dovrete impegnarvi.
Non è una serie leggera e non è una serie da prendere alla leggera.
Dopo il pilot, questa sensazione è stata fortissima e la decisione è stata conseguente.
In questo momento non posso permettermi di dedicare tempo ed energie ad una serie che potrebbe rivelarsi eccellente ma anche un’immensa “corazzata Potemkin”.
Questo post, più che una recensione, vuole essere un avvertimento, un avviso ai naviganti.
La serie tv, tratta dall’omonimo libro del 1978 e dal successivo film cult di quegli anni, è tosta ma tosta davvero.
Se pensate di trovarci dentro spasmi di spensieratezza o arcobaleni allora cambiate strada o meglio cambiate canale o piattaforma.
Il prodotto Amazon ci porta a Berlino e si tuffa anima e corpo nei traumi di adolescenti in preda ad un caos esistenziale che li porterà a legarsi con altri adolescenti traumatizzati come e più di ciascuno di loro. Queste connessioni li porteranno a disintegrarsi contro dipendenze e strani mondi con i quali impareranno, loro malgrado, cosa potrebbe essere la vita fuori dal caos ordinato delle loro esistenze.
A rendere il tutto ancora meno digeribile è una messa in scena plumbea ed un ritmo abbastanza lento che non vi consentirà distrazione alcuna.
Non voglio aggiungere altro se non che spero che questa serie possa avere successo. In tal caso, correrei a recuperarla e tornerei su queste pagine a parlarne con il rispetto e l’attenzione che merita.
Per adesso, preferisco passare la mano e attendere i responsi del web e delle altre testate specializzate.
Comments