A volte si entra nella storia di qualcosa, non tanto per merito o per averla fatta bene, meglio, ma per averla fatta per primo.
Il primo gol in campionato, la prima auto elettrica, il primo uomo sulla Luna, la prima serie tv originale Apple TV.
Questi ultimi 2 primati si intrecciano quando parliamo di For All Mankind, prima serie tv Apple e prodotto ucronico che parte dall'allunaggio per dipanarsi in racconti diegetici ed extradiegetici sulla rincorsa allo spazio e tutto ciò che sarebbe potuto succedere se a mettere il primo piedino sulla Luna fosse stato un russo e non il pluricitato, ricordato, annoverato Armstrong.
For All Mankind è un'ucronia spaziale che parte da questo assunto: l'America è stata sconfitta nella rincorsa allo spazio e quell'onta insopportabile non potrà che portare a delle conseguenze geopolitiche inaspettate. La lepre non sarà più a stelle e strisce e le dinamiche cambieranno.
Accanto a questo macrotema, la prima produzione Apple che sia mai esistita, ci tiene a mettere al centro l'uomo in quanto rappresentante di un'umanità complessa e complessata ma mai cosi tanto rivolta con lo sguardo all'ignoto e all'inesplorato.
Joel Kinnaman è l'alfiere di questa crociata americana verso lo spazio. Il celebre attore di House of Cards, Altered Carbon e The Killing interpreta Ed Baldwin ed accanto a lui ritroverà tanti volti molto noti a noi serialfiller come Sara Jones (Alcatraz), Michael Dorman (Patriot), Shantel VanSanten (The Boys), Wreen Schmidt (Boardwalk Empire) e la indimenticabile Penny lostiana interpretata da Sonya Walger, oltre a tantissimi altri volti noti della tv.
Dopo una prima stagione che aveva convinto ma non estasiato, la seconda stagione ha saputo ripartire dai pregi, limando i difetti, e risultando una delle migliori serie di questo 2021, soprattutto grazie ad un finale che, come testimonia la classifica 2021 dei migliori episodi, rappresenta uno dei picchi più alti della stagione.
Quello che ha particolarmente funzionato è l'aver saputo coniugare l'introspezione dei singoli personaggi (da sempre cavallo di battaglia della serie ma anche spada di Damocle per le lungaggini e l'eccessivo minutaggio dedicato a questo aspetto) ad una fortissima componente spy e action che ne hanno esaltato le atmosfere e le ambientazioni.
Lo splendido ultimo episodio della seconda stagione (che potrebbe fungere perfettamente da series finale) ha dimostrato come la forza di For All Mankind sia proprio custodita nel giusto mix fra la componente family e intimista dello show e la sua anima più avventurosa, tesa e thrillerosa.
Daltronde, stiamo parlando, pur sempre, di una serie ad alto budget che si propone di raccontare una guerra fredda alternativa, dove l'America rincorre la Russia e dove le 2 forze non si accontentano di aver posto la prima bandierina ma si affrettano a colonizzare la Luna, nel tentativo di espandere il proprio dominio dello spazio in modo da legittimare quello sulla terra.
Vien da se che, grazie anche alla visione del sempre eccellente Ronald D.Moore (indimenticato autore di Battlestar Galactica) la maggior parte del pubblico sia lì soprattutto per assistere a meravigliosi scenari spaziali, crisi atomiche da Guerra Fredda e ancor di più alla messa in scena di una continua partita a scacchi fra 2 potenze cosi agguerrite.
Il rischio, e l'errore, commesso dalla serie nella prima stagione era stato quello di pensare che si potesse lasciare sullo sfondo tutto ciò, riservando enorme spazio alla psicologia dei personaggi, ai loro piccoli drammi, le domande e le incertezze di ciascuno e alle crisi di coppia più che alla crisi politiche.
Nella seconda stagione l'equilibrio è stato trovato quasi alla perfezione, con la seconda parte di stagione che ha sicuramente giovato delle accelerazioni riservate alla "guerra" potenziale in arrivo e dell'eccelsa costruzione delle varie storyline e del substrato psicologico posto sotto i piedi di ogni personaggi.
Ne è scaturito un prodotto che ha veramente regalato grandi soddisfazioni con l'episodio finale, è bene dirlo ancora una volta, che ha impreziosito tutto il percorso.
A voler trovare una nota stonata, e secondo me assolutamente primaria, potremmo soffermarci sull'eccessiva durata dei singoli episodi. For All Mankind è una serie di 10 episodi a stagione della durata di circa 1 ora a testa.
Sono dell'opinione che se gli autori avessero condensato gli eventi in episodi di 30/40 minuti ciascuno, la serie ne avrebbe giovato non poco, magari con qualche eccezione riservata agli episodi cruciali (come quello finale) per i quali un minutaggio più lungo sarebbe stato molto più digeribile.
Quello della durata è stato un tallone d'Achille non da poco per la serie che ha faticato a farsi amare forse proprio a causa dei lunghissimi momenti in cui si fermava a farci notare e capire come stessero andando le vite dei personaggi e cosa stesse accadendo nella loro testolina. Tentativo encomiabile ma, purtroppo per For All Mankind, non tutte le serie sono come Mad Men e non tutti gli autori riescono ad essere profondi e ficcanti anche quando "lunghi" nel loro tentativo di dare un background ai personaggi.
Oltre a quanto detto in precedenza, è innegabile che un punto di forza assoluto della serie sia stato quello legato agli effetti visivi utilizzati per mostrarci gli scenari lunari ed i viaggi spaziali. Dire che quanto mostrato da Donald D.Moore e compagni sia quanto di più vicino abbiamo idolatrato in occasione dell'uscita di Gravity al cinema di Alfonso Cuaron, credo non sia un'eresia.
La terza stagione si farà e, da un certo punto di vista, forse questa non è una bella notizia.
Il finale della seconda stagione avrebbe funzionato benissimo come finale di serie.
E' stato capace di riannodare tutti i fili della trama in maniera impeccabile, trovare una soluzione esaustiva a tutte le storyline che erano in quel momento attive e lo ha fatto colpendoci allo stomaco con un paio di scelte molto forti ma altrettanto convincenti, emozionandoci e commuovendoci, tenendoci incollati alla poltrona per tutta la durata dell'episodio.
Provare a fare di meglio sarà un'impresa titanica.
Ma, daltronde, chi meglio di una serie come For All Mankind potrà fronteggiare sfide cosi "spaziali"?
Sviluppo Personaggi: 7,5
Complessità: 8
Originalità: 8
Autorialità: 7++
Cast: 7
Intensità: 6,5
Trama: 7
Coerenza: 6,5
Profondità: 7,5
Impatto sulla serialità contemporanea: 7
Componente Drama: 9
Componente Comedy: 2
Contenuti Violenti: 2
Contenuti Sessuali: 0
Comparto tecnico: 9
Regia: 8
Intrattenimento: 4
Coinvolgimento emotivo: 6++
Soundtrack: 7
Produzione: Apple TV
Anno di uscita: 2020
Stagione di riferimento: 2
Kommentare