Come è bello sapere che una delle serie che più attendi è una serie italiana.
Capita sempre più spesso ed il motivo è semplice.
Grazie alla spinta dei vari Boris, Gomorra, The Young Pope, da qualche tempo a questa parte assistiamo ad un'esplosione delle serie italiane, sempre più internazionali ma anche sempre più originali e capaci di esaltare quello che i nostri migliori autori hanno da dire.
Non è un caso se nello speciale 2021 da poco concluso io abbia voluto dedicare un intero post alle migliori serie italiane del 2021.
L'inizio del 2022 sembra essere esplosivo anche in questo senso, con l'approdo di una delle serie italiane di maggiore successo internazionale, agevolata anche dalla conoscenza che il pubblico estero ha del materiale originale da cui questa serie è tratta.
Sto parlando, ovviamente, di L'Amica Geniale che ieri sera è tornata su Rai Uno con il terzo ciclo di episodi che possiamo includere nel grande capitolo della saga di Ferrante chiamato "Storia di Chi Fugge e di chi Resta".
Il gradito ritorno ha visto un doppio episodio che ci ha riproiettati dentro le vite in evoluzione di Lenù prima e di Lila poi, rilanciando il racconto verso delle dinamiche che si preannunciano molto diverse da quelle ammirate nelle prime 2 stagioni ma sembra fortemente intrecciate ai destini delle 2 protagonisti.
Sconcezze
Il primo episodio è Lenù-centrico, con la ragazza che si trova a fronteggiare il successo ed il chiacchiericcio conseguente all'uscita del suo primo romanzo dal titolo "la divagazione".
Vediamo Lenù a Milano, proprio dove l'avevamo lasciata, insieme alla sua nuova cricca ed una vecchia conoscenza come Nino Sarratore.
La sola vista di Nino mette in subbuglio l'animo di Lenù che sembra mettere in discussione tutto quello a cui era riuscita ad approdare nel mentre, dal matrimonio imminente con il professore pisano, alla passione per la scrittura, al suo futuro in generale.
E' come se Nino le avesse ricordato che la vita è molto più che un insieme di passi predeterminati (studio, lavoro, matrimonio, figli). Nino, in questo episodio funge da destrutturatore dell'intera vita della protagonista che, però, dovrà fare i conti con una duplice realtà che da un lato vedrà l'avvento di Silvia e del suo bambino, dall'altra il sopraggiungere di numerose recensioni su "La Divagazione".
Silvia le ricorderà, del tutto involontariamente, che quell'essere salvifico che per Lenù rappresenta Nino Sarratore, altri non è che un ragazzo intelligente e affascinante ma molto spregiudicato. Con Silvia, Nino ha ripetuto lo stesso schema che aveva utilizzato con Lila.
Ed allora il mito di Nino crolla e con lui le certezze che Lenù si era costruita in questi primi anni post adolescenziali.
Dall'altro lato, poi, l'avvento del successo porta con se un'etichetta molto scomoda per una ragazza del rione come Elena.
La Divagazione è un libro molto aperto, molto maturo e foriero di dettagli piccanti e ritratti intimi che la renderanno invisa alla gente del rione (pronta a definirla una "zoccola") e a certa stampa bigotta che si soffermerà molto sul suo linguaggio disinibito e poco sulla sua bravura.
La Divagazione, oltre a portare successo, porterà anche guai per Elena.
E quando la vita ti porta davanti a cosi grandi sfide, solo l'amica di sempre, e solo la propria forza interiore, potranno salvarti dall'abisso.
La Febbre
E cosi, il secondo episodio ci porta dritti a Lila, vero motore dell'azione nei primi 2 cicli e che anche qui sembra destinata ad essere la fiamma che accenderà il fuoco della narrazione.
Se è vero che L'Amica Geniale è soprattutto la storia dell'ascesa di Elena, è ancor più vero che sia Lila il personaggio più importante della serie. Quella che sin dall'inizio era sembrata la ragazza più vivace, intelligente, intuitiva è diventata sempre più colei che, attraverso la sua follia ed il suo coraggio, ha rappresentato il carburante per avviare e guidare i successi di Elena.
Più Lila andava a fondo e più Lenù doveva sentire il dovere morale di impegnarsi maggiormente, come se dovesse compensare, attraverso la sua favola, la tragedia che stava vivendo la sua amica di sempre.
Lila e Lenù avrebbero dovuto compiere insieme un percorso di emancipazione senza precedenti per una ragazza del rione.
Gli ostacoli della vita e le endemiche vicissitudini della vita del rione, hanno privato Lila di quell'obiettivo.
Lenù, dal canto suo, è stata più abile nell'estraniarsi dai drammi del rione, riuscendo a fuggire da quella vita e diventando nella terza serie "colei che Fugge".
Lila resta, invece, drammaticamente ancorata a quel mondo, diventando "colei che resta", suo malgrado.
Il matrimonio tossico, la gravidanza inattesa, l'abbandono di Nino, l'amore mai sbocciato con Enzo, il lavoro sottopagato e svilente, la resa incondizionata della ragazza verso questa vita, l'hanno tramutata nel più grande fallimento del rione, proprio lei che prima di tutte aveva aperto gli occhi sulle condizioni triviali nelle quali le donne del quartiere vivevano.
Lenù e Lila fatalmente si incontrano e questo forzato ma necessario incontro è il grimaldello che gli autori usano per permettere a Lila di raccontare a Lenù (ed a noi spettatori) le drammatiche avventure di quello spaccato di vita senza Elena.
E' proprio in quella mezzora di flashback che capiamo come questa terza stagione sarà connotata da un'apertura enorme verso il mondo esterno.
Oltre a trattare temi universali come l'emancipazione, il riscatto, l'educazione, la femminilità, la crescita, il libero arbitrio, l'autodeterminazione, il secondo episodio sembra dirci che quest'anno scenderemo a patti anche con quello che è successo nell'Italia del '68, di Aldo Moro, della tensione sociale e del fermento attivista.
Non a caso torna in campo Pasquale, il più focoso dei personaggi della serie.
Non a caso incontriamo sul cammino il partito comunista ed il movimento sociale italiano, 2 partiti antitetici che diverranno il cardine della lotta di classe fra ricchi e poveri e della lotta ideologica fra servi del potere e vittime del potere.
Oltre a tutto ciò, riemerge fortemente la condizione nella quale Lila versa.
Povera, indifesa, dimenticata, sfruttata.
Ed è qui che la serie prova a transitare dal particolare verso l'universale, dalla condizione della singola persona a quella della comunità di persone, di operai, di lavoratori.
Inutile dire che la serie riesce ad affrontare questi temi senza essere mai banale.
E' stato un ritorno spiazzante e come sempre magistrale quello dello show di Rai ed HBO.
Elena Ferrante può dirsi soddisfatta di come i suoi romanzi siano stati trasposti e noi soddisfattissimi di essere spettatori attenti di tale sublime narrazione.
Comments