Nel commento allo scorso episodio, quel The Nexus Event che aveva convinto tutti, avevo evidenziato come, oltre ad essere un gran bell'episodio, fosse stata una puntata che aveva fatto da collettore fra le anime intimiste e intrattenitive che Loki aveva espresso sin dal suo episodio, caricandole, attraverso 2 momenti clou ed un cliffanger sensazionale, di un hype clamoroso per gli ultimi 2 episodi.
A tal proposito vi avevo anche detto che l'episodio successivo, quello che mi appresto a commentare in questo post, avrebbe funzionato da cartina al tornasole per decretare il vero successo e la vera natura della serie con Tom Hiddleston.
Ebbene quel momento è arrivato e nulla e nessuno potrà togliermi dalla testa che Journey Into Mistery sia uno degli episodi più clamorosi che io abbia visto negli ultimi anni.
La potenza visiva, lo sforzo produttivo, l'epicità, il carisma dei personaggi, lo humour densissimo, i riferimenti ai fumetti e all'MCU, il saper usare a proprio favore tutta la mitologia Marvel, hanno reso questo episodio unico nel suo genere e privo di vere sbavature.
Avevamo lasciato Loki al cospetto di altri Loki in quello che scopriremo essere il Vuoto alla fine del tempo, un non luogo dove i Time Keepers (o chi per loro) spediscono le varianti resettate.
Si fa subito luce, grazie a Silvye, su quello che quel fascinoso, polveroso e derelitto luogo rappresenti.
Un rapido susseguirsi di dialoghi ed eventi ci proietta verso quella che sarà la vera e propria missione di puntata, nonchè il centro della narrazione di qui al termine della serie.
Silvye, mossa dal sentimento di vendetta e di scoperta ma anche dal sentimento con la "S" maiuscola verso Loki, sarà grande protagonista di questo episodio dove finalmente possiamo dire di apprezzare anche l'interpretazione, finora poco convincente, della Di Martino.
Dall'altra parte dello spazio tempo il suo Loki aspetterà, non senza prodigarsi per riuscire a scappare, un segno del destino che gli possa consentire di sconfiggere la TVA e rivedere la sua nuova fiamma, che altro non sarebbe la versione femminile di sè stesso, unica possibile bromance per un narciso come lui.
La prima parte dell'episodio è una goduria citazionista e un gioco di specchi esilarante dove il nostro unico e impeccabile Loki fraternizzerà con altre versioni di sè stesso, da quelle incontrate nel cliffanger di The Nexus Event, a quelle ancor più bizzarre e fumantine che si presenteranno successivamente.
Il modo con cui gli autori prendono in giro Loki è spettacolare. Oltre a divertire è anche funzionale alla presa d'atto definitiva, da parte di Loki, di quali siano sempre stati i suoi enormi limiti nel vivere la vita come se fosse una continua ricerca di "glorious purpose" e come il suo mantra sia sempre stato quello del "fine giustifica i mezzi", un mantra che lo renderà avido di potere anche di fronte a patti prestabiliti con altre versioni di sè stesso, in un rimando di vendette e tradimenti continui che lo stesso Loki, in questo non luogo, perpreta a sè stesso pur di possedere lo scettro di un indefinito potere.
Non è un caso se a "sopravvivere" saranno solo il nostro Loki, oramai profondamente cambiato dall'incontro avuto con Mobius prima e Silvye poi, e delle sue 2 versioni più coraggiose, quella del baby Loki capace di uccidere Thor e quella del suo anziano alterego, capace di isolarsi su un pianeta lontano pur di non nuocere a nessuno e lasciare in pace il mondo.
Saranno loro ad incontrare Silvye e saranno loro ad aprire le danze su un finale cinematografico.
Per tutta la durata dell'episodio appare chiarissimo che Disney e Marvel abbiano voluto investire cifre spropositate pur di offrire ai fan del Dio dell'inganno, uno spazio ragguardevole nel MCU seriale. Quelle che vediamo, per l'intera puntata, sono immagini che non farebbero invidia al miglior film degli Avengers. L'arte visiva della Disney non è da meno a quella della Enchanter e di Loki, ingannevoli e spettacolari nel perpretrare i loro incantesimi, brandire spade, scovare mondi, ipnotizzare mostri. E' un parallelo sfizioso che mi è spesso ronzato in testa in vari momenti della serie.
Andando oltre la cortina di fumo avventurosa che questo episodio ci offre, possiamo notare come sia stato dato enorme spazio all'introspezione di questo personaggio multistratificato e come la trasformazione da "villain incallito" ad antieroe umanissimo, fallace ma fondamentalmente capace di amare e apprezzarre i doni della vita, sia perfettamente riuscito.
WandaVision era riuscita a "sporcare" l'immagine da eroina intangibile di Wanda.
The Falcon And The Winter Soldier ha saputo "macchiare" l'icona Capitan America.
Loki, d'altro canto, è riuscito a ripulire e far risplendere quella del suo protagonista.
Sono operazioni sottili, che possono sembrare semplici ma che, in realtà, sono rischiose e complicate.
Loki, soprattutto con questo Journey Into Mistery, ci è riuscito egregiamente, spodestanto, forse, le altre 2 operazioni Disney/Marvel dal trono della serie meglio riuscita.
In attesa del finale.
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