All we changed was oil price
Si chiude cosi la prima, ottima, stagione di Special Ops Lioness firmata dal re Mida di Paramount Plus, Taylor Sheridan.
Quella frase risuona come un ritornello di una canzone estiva fino a diventare quasi un mantra, un lascito testamentario che la prima annata vorrebbe regalarci.
Laconico, arrendevole e mesto questo epitaffio sull'operazione imbastita da Joe (Zoe Saldana) e compagni ci spinge a considerazioni che si collocano a metà fra il complottismo e l'amara verità che accompagna i nostri tempi.
Il terrore ed il terrorismo hanno molte facce, il potere, invece, ha sempre lo stesso volto.
Vi aspetto su telegram se volete. Qui il canale ufficiale.
L'inizio di questa recensione sarebbe stato, probabilmente, un ottimo epilogo al post.
Due frasi ad effetto, una tratta dallo show, l'altra partorita dalla mente del vostro serialfiller che ben riassumono la parte finale di una serie che mi ha stra-convinto fin dal primo episodio.
A ben rileggere le mie first impressions, la convinzione è cresciuta episodio dopo episodio fino a diventare consapevolezza, consapevolezza di essere di fronte ad un prodotto top nel genere thriller-action capace di diventare, senza strafare, uno show di altissimo livello tout court.
L'ottimo approfondimento delle vite e delle motivazioni che spingono personaggi molto forti e determinati ha permesso a Sheridan di scalare quella montagna che avrebbe reso Lioness molto più di un action. Non siamo di fronte ad una serie dallo spessore di Succession ma, di certo, siamo molto oltre il semplice intrattenimento.
Particolarmente sfaccettato il personaggio di Joe, reso fragile e granitico al medesimo tempo da una eccellente interpretazione della bravissima Zoe Saldana. Dietro uno spietato generale a capo di uno sperimentale e sanguinario progetto top secret della CIA si nasconde una moglie, una donna, una madre (no, non è Giorgia!!!) che ha dovuto sacrificare enormemente i propri affetti in nome di un greater good tanto caro a tante produzioni a stelle strisce. In un ribaltamento dei ruoli che funziona benissimo, stavolta è l'uomo a vegliare sulla famiglia, ad inanellare notti insonni in attesa della moglie eroina. Molto intenso e stratificato è apparso, in tal senso una figura secondaria come Neil (Dave Annable), marito devoto di Joe intento a salvare vite in ospedale, attutire i colpi emotivi subiti nel veder morire bambini nel reparto oncologico che dirige, educare 2 figlie adolescenti, sopportare i silenzi radar di una moglie sperduta chissà dove a combattere i most wanted man on the earth.
Ed è proprio il tema dei Most Wanted a tenere banco nell'ultimo bellissimo episodio, episodio in cui appare chiaro che dietro un'operazione sacrosanta e che chiunque approverebbe (l'uccisione di uno dei terroristi più ricercati del pianeta) vi sono trame politiche, geopolitiche e di potere che vorrebbero ciò non accadesse. Un diavolo è sempre un diavolo e allora meglio avere un "Devil We Know".
Nel finale la storia si fa più grande di quel che pensavamo e questo contribuisce a rendere la serie più grande di quel che pensavamo.
Non solo (e scusate se è poco) la serie di Taylor Sheridan con Morgan Freeman, Zoe Saldana e Nicole Kidman ma uno show che intrattiene, detona continuamente, scava nella psiche dei suoi protagonisti, tiene alta la tensione e ci propina, senza banalità, lezioni di politica internazionale che manco The Diplomat (qui la recensione della serie Netflix).
Ogni settimana un episodio a disposizione.
Ogni settimana il piacere dell'attesa.
Ogni settimana il piacere di una nuova visione.
Per 8 intense settimane.
Finite troppo presto.
Finite mentre il prezzo del petrolio aumentava.
Nella finzione e, purtroppo, anche nella vita reale.
Sceneggiatura: 7+
Regia: 7
Cast: 8,5
Genere: Action
Complessità: 8
Originalità: 6
Autorialità: 5,5
Intensità/coinvolgimento emotivo: 7++
Profondità: 6,5
Contenuti Violenti/Sessuali: 6,5
Intrattenimento: 9
Opening: 7
Soundtrack: 5
Produzione: Paramount Plus
Anno di uscita: 2023
Stagione di riferimento: 1
Voto complessivo: 7,5
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