Adolescenti e sesso è un binomio che da sempre vi fa divertire?
Tutto ciò che vede Gillian Anderson respirare vi manda (positivamente) al manicomio?
Le prime 2 stagioni di Sex Education vi hanno esaltato?
Il college e le tempeste ormonali liceali da sempre vi attraggono?
Inutile dire, allora, che la terza stagione di Sex Education sarà stata per voi una stagione attesa a lungo.
Quell'attesa sarà stata ripagata?
Forse il titolo del post vi fornisce più di un'indicazione rispetto alla "sentenza" di Nella mente di un serialfiller.
Per avere la conferma andate oltre lo sguardo amabilmente penetrante della vostra amata Maeve verso il vostro amato Otis.
La potenza di Sex Education è sempre stata l'equilibrio fra gli eccessi tipici di un prodotto che mette al centro della narrazione il sesso, per di più all'interno di una platea adolescenziale, e la sensatezza dei messaggi che voleva comunicare.
Dildo e orgasmi ok ma anche doppi sensi a pioggia, tanto humour e saggezza nell'esporre una "filosofia" dietro le tempeste ormonali tipiche del mondo teen.
Sesso, sesso, sesso e ancora sesso ma soprattutto la capacità, non banale, di farci riflettere sulla diversità, di sentimenti, di genere, di emozioni e anche di barriere che i nostri figli, fratelli, nipoti o coetanei (beati voi in quest'ultimo caso) incontrano quotidianamente nei corridoi delle loro scuole ma soprattutto nei tunnel che veicolano, verso la luce o verso l'oscurità, la loro crescita non solo sessuale.
Questo fantastico equilibrio aveva issato la serie verso una sorta di olimpo all'interno del panorama dei cosiddetti teen drama e l'aveva resa qualcosa di più, qualcosa di diverso che avrebbe seminato il terreno per altre serie teen molto originali e mature, Euphoria su tutte (qui le recensioni 1 e 2 sulla serie con Zendaya).
Nella terza stagione quell'equilibrio si è completamente rotto, fracassatosi a terra come un vaso di porcellana che sfugge dalle mani durante le pulizie della domenica e che rovina anche il più resistente e bello dei parquet.
Gli 8 episodi della stagione numero 3 sono una lunga sequela di scene vuote e che non portano a niente, edulcorate da una serie di storyline amorose che riconducono la gloriosa Sex Education alla più banalotta delle serie teen.
Tanti ormoni, qualche storia d'amore sul cui esito scommettere, tanto sesso ma poco amore.
In più, ed è forse la cosa peggiore, è stato commesso l'errore capitale di nascondere la mancanza di idee dietro l'utilizzo spropositato del mondo LGBTQ+ e dei suoi risvolti. E' un errore purtroppo tanto comune quanto catastrofico quello che Sex Education, e tante altre serie hanno commesso ovvero pensare che bastasse parlare di una coppia gay per sensibilizzarci verso il mondo gay, nominare la parola queer per aver adempiuto al task di essere stata capace di trattare la diversità di genere, centralizzare storyline importanti sul mondo LGBTQ+ per potersi definire una serie attuale e sensibile a questi temi.
Sex Education non ha bisogno di affermare ciò poichè ha dimostrato ampiamente di essere oltre, di essere capace di addentrarsi in certi temi con forza e coraggio, con originalità e qualità.
Questa terza stagione sembra affermare che gli autori hanno terminato le idee e anzichè prendersi più tempo per partorire qualcosa all'altezza della fama della serie abbiano pensato di fare le cose con superficialità e accontentandosi di mandare avanti le storie dei personaggi a noi diventati tanto cari.
Otis e Maeve hanno avuto il loro momento alla Ross e Rachel, Jean Milburn è stata forzatamente umanizzata, Jakob sballottato a destra e manca, Eric inutilmente reso quello che non è, altri personaggi di contorno hanno avuto i loro 15 minuti di celebrità per poi essere sacrificati sull'altare del non so cosa (pensate a Ruby a cui è stato dedicato tantissimo tempo in apertura salvo dimenticarsi di lei nella seconda parte di stagione).
Aldilà dei singoli personaggi e delle singole storie, tutta questa terza stagione ha risentito di una forte inerzia, quasi come se le cose dovessero andare avanti per forza e da sole. Jean che partorisce, Jakob che la aiuta, Isaac che ottiene ciò che vuole, lo rovina, lo riottiene e poi viene tagliato fuori di nuovo (a proposito, gli autori hanno perso la grande occasione di poter raccontare l'amore ed il sesso dal punto di vista di un ragazzo disabile), Eric il salvatore che poi diventa il tentatore e poi ancora l'ingannatore, Otis che diventa una sorta di Tony Manero per poi ritornare quello di una volta ma senza un vero e proprio evento scatenante e tanti personaggi girati e rigirati come calzini al solo scopo di renderli utili ad un disegno più grande che si è faticato a riconoscere.
Persino il personaggio di gran lunga più esplorato e caratterizzato di quest'anno, ovvero Adam, ha risentito di una certa piatta schizofrenia quasi come se l'unico modo per muoversi, per lui, fosse quello di star fermo.
In definitiva questa terza stagione di Sex Education è stata veramente una brutta sorpresa. La attendevamo con piacere ma, durante la visione ci è sembrato di non vedere l'ora che finisse, e questa è davvero, davvero una brutta brutta sensazione, forse la peggiore, per chiunque voglia trasmettere emozioni attraverso il piccolo schermo.
Comments