Fantascienza, fantascienza e ancora fantascienza?
Sempre in cerca dell'erede di Battlestar Galactica?
Siete dei masochisti seriali e vi piacciono le serie tv tribolate?
Sarete sicuramente fra quelli che hanno seguito, atteso e commentato la stagione finale di The Expanse, una delle serie che hanno avuto una storia più travagliata negli ultimi anni.
Prodotta inizialmente da Netflix che ha poi pensato bene di cancellarla.
Approdata su Amazon Prime Video dopo essere stata invocata da orde di fan che giuravano vendetta per la cancellazione.
Arrivata, infine, ad una sesta e ultima stagione che non può, non può essere davvero l'ultima.
Perchè?
Perchè se avete visto tutta la serie e avete assistito agli episodi finali, avrete anche voi avuto la sensazione di incompiuto, di potenziale ancora lì da sfruttare.
Perchè?
Perchè ora dovrete leggere tutto l'articolo e capirlo insieme a me.
E partiamo da qui, da questa sconvolgente (ma più che giustificabile) scelta di Amazon Prime Video di "accorciare" la stagione finale a soli 6 episodi.
Perchè sconvolgente, e perchè giustificabile?
Sconvolgente dal punto di vista narrativo.
Giustificabile dal punto di vista produttivo.
Chi ha assistito alle avventure della Rocinante sin dall'esordio, saprà bene che questo show aveva offerto una miriade di riflessioni sulla natura umana, sui rapporti interpersonali, sul ruolo centrale dell'uomo nella salvaguardia del proprio pianeta ma al tempo stesso la sua marginalità rispetto all'universo nel quale, piccoli come rotelline di un mouse ci muoviamo.
A livello intrinseco questa esplorazione della natura umana aveva portato all'apertura di tante storyline che erano divenute molto importanti nel corso delle stagioni. Una su tutte? La protomolecola, la sua origine, il suo destino, la sua funzione e cosi via.
Un po come avvenne in Lost oramai 2 decadi fa, allo spettatore era stata paventata una serie che nel lavorare su tante storie differenti e su misteri molto profondi interni ed esterni alla narrazione stessa, potesse fornire delle risposte, anche in questo caso esterne ed interne alla narrazione stessa.
The Expanse era arrivata alla sua stagione conclusiva con tantissime porte aperte e tante stanze da mettere in ordine prima di andare in pensione.
Pagato l'ultimo TFR e riscossa la buona uscita, quella che sembra restare chiusa dietro le spalle dello show è una casa fantastica, piena di stanze meravigliose e un po caotiche ma con ancora troppe finestre aperte, molti cassetti in disordine ed un pizzico di rimpianto che si confonde con la nostalgia.
La "colpa" di tale incompiutezza è senza dubbio alcuno da ritrovare nella brevità della stagione conclusiva. Ridurre a 6 episodi la stagione più importante, chiedendo agli autori di condensare tutto in poco più di 4 ore, sarebbe stata una richiesta assurda per chiunque, specie per chi doveva fronteggiare un materiale cosi vasto ed imponente.
Il "disastro" era dietro l'angolo e gli autori non sono riusciti ad evitarlo, specie nella prima parte di stagione.
Il "giustificabile" a livello produttivo è un aggettivo che va assolutamente messo sul piatto poichè troppo spesso dimentichiamo quanti dollaroni ci siano dietro scene costruite nello spazio, stivali a propulsione, anelli dimensionali, catastrofi naturali e navicelle spaziali impressionanti.
Amazon e Bezos, dopo aver ragionato con i propri contabili devono aver pensato che dedicare 12/15 episodi ancora ad una creatura ad alto budget che ha raccolto negli anni un amore sconfinato ma limitato ad una nicchia di spettatori, non sarebbe stata la scelta commercialmente, strategicamente ed economicamente più saggia.
Ora, noi siamo degli spettatori viziati e pretenziosi ma se fossimo stati gli executive di una piattaforma come Amazon non avremmo fatto la stessa scelta?
Forse si, forse no ma di certo ci sarebbe interrogati a lungo su cosa fare.
E qui si dipana la prima questione. Prodotti del genere meritano tanta attenzione e fede da parte dello spettatore? Sapere che una spada di Damocle di questo tipo incombe continuamente porta dietro sè quel magone di ansia e preoccupazione per vedere quel viaggio interrotto a metà?
Nel caso di The Expanse il viaggio non è stato interrotto per fortuna ma è arrivata ad una sua conclusione, conclusione arrivata dopo un viaggio molto accidentato dove abbiamo bucato lungo la route 666, è terminata la benzina mentre eravamo a 10 km dal distributore più vicino e non c'era campo per effettuare una chiamata all'ACI, abbiamo incontrato autostoppisti stravaganti, viaggiato con la pioggia e con la neve ma nel mentre abbiamo visto il grand Canyon ed incontrato nativi americani, scorto l'Aurora Boreale e sentito gli uccelli cantare a TraSu Forest. E' stato un viaggio a suo modo stupendo ed indimenticabile che, però, verso la fine ci ha lasciati un po senza speranza.
Dopo tanti giri di parole arriviamo al succo.
La prima parte di sesta stagione è stata molto deludente. Sembrava di essere in presenza di episodi filler utili a riempire una lunga stagione.
Ad un certo punto ci siamo accorti che di li ad un paio di episodi tutto si sarebbe concluso.
James, Naomi, Avasarhala, la nostra amata Drummer ci avrebbero salutati per sempre.
Marco Inaros era ancora lì ad incutere terrore.
Gli Inners disperati.
I Belters sempre incazzati.
Laconia un oggetto incognito che non riuscivamo a decifrare.
Abbattuti e sconfortati ci siamo detti che probabilmente ci sarebbe stata un'accelerata imponente negli ultimi 2 episodi. E invece niente.
Tutto ha continuato imperterrito nella sua staticità.
L'ultimo episodio, fortunatamente più lungo del solito, è stato effettivamente pieno e figo come avremmo voluto ma è stato talmente pieno e talmente figo da risultare eccessivo e frettoloso. Tutto è successo troppo in fretta, tutto è successo contemporaneamente e spesso senza una vera soluzione.
Il destino di Inaros si compie in un attimo.
Laconia resta centrale ma senza essere davvero "raccontata".
I nostri amati protagonisti vanno incontro ad una serie di eventi che li porterà ad essere e diventare quelli che sarebbero dovuti diventare da sempre.
In termini di scelte, di conclusioni, di soluzioni non c'è stata incoerenza, non ci sono stati grandi errori ma il come si sia arrivato a quelle conclusioni e a quel grande epilogo ha lasciato l'amaro in bocca.
L'ultima stagione è stata troppo frettolosa, mancando di rispetto ai tanti fan che erano stati abituati ad un lento emergere dei conflitti ed una loro risoluzione attenta, strategica, ambiziosa.
Ecco, The Expanse ha perso ambizione, coraggio e solidità proprio quando bastava poco per entrare nella storia.
Ripensare a questo show fra qualche anno sarà molto meno dolce di come sarebbe potuto essere.
Stilare una classifica all time potrebbe non prevedere mai più il nome The Expanse come invece sarebbe stato plausibile attendersi in caso di un meraviglioso epilogo.
The Expanse 6 mi ricorda la parabola di Lorenzo Insigne ed il Napoli. Avrebbe potuto ambire ad essere il giocatore del Napoli più amato di sempre dopo Maradona ma ha preferito qualche dollaro in più nella fredda Toronto piuttosto che "accontentarsi" di 4,5 milioni euro l'anno che però lo avrebbero reso immortale anzichè un "core 'ngrato".
Bezos che si dice voglia acquistare la società di De Laurentis, forse dovrebbe farsi raccontare questa analogia e trarne qualche conclusione.
Noi spettatori, come i tifosi, viviamo di piccole cose, siamo esseri leali ma esigenti e quando qualcuno osa toglierci il sogno, la speranza, la bellezza di un viaggio finale come quello che The Expanse non ha potuto fare (o almeno non come avrebbe dovuto) noi ce la leghiamo al dito, come un cinturiano nei confronti di un "earther".
Per Sempre.
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