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The Mosquito Coast: si può dare di più?!

Nel mio post di first impression (che trovate qui) mi ero molto sbilanciato rispetto a The Mosquito Coast, serie tv di Apple con Justin Theroux nelle vesti del protagonista di un famoso romanzo scritto da suo zio alcuni decenni fa.

A metà stagione avevo addirittura iniziato a paventare una trasformazione di The Mosquito Coast nella nuova Breaking Bad, non tanto per in termini di qualità (Breaking Bad è e resta irraggiungibile) ma quanto in termini diegetici.

Le comunanze e le somiglianze fra le 2 serie iniziavano ad essere tante.

Il deserto perennemente sullo sfondo. Un uomo incompreso e geniale che lotta contro qualcosa e da quel qualcosa trae la sua spinta vitale. Una famiglia più o meno consapevole che finisce nel tritacarne del patriarca. Molta paura per le sorti dei protagonisti. Qualche bella trovate registica. Un ottimo connubio fra il dramma e il grottesco (basti pensare a quanto siano "coeniani" alcuni personaggi secondari che appaiono sullo schermo).

Al termine della stagione posso dire che The Mosquito Coast si è allontanato sempre più dalle atmosfere Albuquerquiane per scemare in una versione più sofisticata, patinata e drammatica de La Casa di Carta.

Come si può passare, in pochi episodi, dall'essere una grandissima promessa all'essere una piccola delusione?

Proviamo a scoprirlo insieme.

Le premesse ed il contesto sono molto importanti.

Segue qualche SPOILER "semantico" più che narrativo.


Ad un certo punto della stagione gli autori erano riusciti a posizionare ogni elemento in maniera perfetta.

Avevamo intuito qualcosa sul percorso pregresso di Allie Fox (Justin Theroux) ma non sapevamo ancora praticamente nulla di lui e del suo passato. Questo giochino era riuscito a rendere il personaggio fascinoso e misterioso.

Della sua compagna Margot (Melissa George) sapevamo pochissimo se non che fosse apparentemente matta del marito e sua complice.

I figli Dina e Charlie ( ma quanto sono bravi? specie la Polish) sembravano centrifugati da eventi più grandi di loro e per essi entusiasmanti e paurosi allo stesso tempo.

La fuga a tutti i costi, la CIA alle calcagna, il cartello sul collo, la sensazione di essere perennemente sul filo di essere catturati o ammazzati avevano suggerito che di questa serie ci sarebbe potuti fidare e che si sarebbe potuti andare a nozze con quello che sarebbe accaduto.

Al termine della prima stagione scopriamo di non aver saputo ancora nulla dei personaggi, soprattutto di Allie e di essere stati spettatori di una sequela infinita di situazioni impossibili dalle quali Allie è riuscito a scappare impunemente.

E' ovvio che, di fronte a quelli che sono dei veri e propri "Deus Ex Machina", è rimasto un po di amaro in bocca.

Più che Walter White, Allie Fox è sembrato il professore della banda de La Casa de Papel.

Questo "effetto indesiderato" non ha reso meno piacevole e meno fluida la serie ma ne ha sicuramente depotenziato la coerenza e la robustezza narrativa.

Come spesso capita in questi casi, lo spettatore tenderà a sorprendersi sempre meno e fidarsi sempre meno quando uno dei personaggi sarà in pericolo o quando l'intera famiglia sembrerà non avere una via d'uscita. La sensazione che la facciano franca con una mirabolante prova di ingegno di Allie sarà sempre ad aspettarci dietro l'angolo, corrompendo il nostro rapporto con la serie.

Al netto di questo, pur mastodontico problema, The Mosquito Coast riesce a superare lo scoglio della prima stagione. Non è un caso se la stampa internazionale ne ha esaltato lungamente le doti. E' innegabile, infatti, che vi siano tante cose che hanno funzionato nella serie.

Una tensione crescente.

Un bel manipolo di personaggi per cui tifare.

La visione filosofica della vita secondo Allie Fox.

Il mistero dietro la fuga dei protagonisti.

La scoperta della giovane Logan Polish.

La capacità di coniugare introspezione ed azione.

L'essere violenta ma elegante (basti pensare a come siano state gestite alcune scene chiave).

Il riuscire a rimandare costantemente il disvelamento della verità creando quell'effetto dipendenza per noi poveri spettatori.

La seconda stagione è stata già confermata e non sarebbe assolutamente una sorpresa vedere la serie comparire nelle nomination dei premi più importanti della prossima stagione.

Il paragone con Breaking Bad, pur essendo svanito nel giro di un mattino, è un paragone che non viene in mente ogni giorno. Il fatto che The Mosquito Coast, anche solo tangenzialmente, sia riuscito a farlo affiorare, rappresenta una medaglia al merito per la serie Apple.

Spiace constatare come, ancora una volta, Apple ci regali una bella/bellissima serie ma senza riuscire a confezionare quel capolavoro che tutti stiamo aspettando.

E' accaduto con l'ottima The Morning Show, con il sorprendente Calls, con il divertentissimo Ted Lasso e accade ancora una volta con The Mosquito Coast.

Prima o poi, son fiducioso, anche la piattaforma di Cupertino avrà il suo Mad Men o il suo The Wire.

Scommettiamo?


 

Sviluppo Personaggi: 6+

Complessità: 7

Originalità: 7,5

Autorialità: 5,5

Cast: 7

Intensità: 7++

Trama: 6,5

Coerenza: 5,5

Profondità: 8

Impatto sulla serialità contemporanea: 4

Componente Drama: 7

Componente Comedy: 0

Contenuti Violenti: 7

Contenuti Sessuali: 0

Comparto tecnico: 9

Regia: 8

Intrattenimento: 4

Coinvolgimento emotivo: 6++

Soundtrack: 3

Produzione: Apple TV

Anno di uscita: 2021

Stagione di riferimento: 1

166 visualizzazioni

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