E' più importante sentirsi dire ti amo o sentirsi amati?
Vivere vuol dire fare delle cose o provarle, sentirle?
In questa dicotomia si racchiude tutta la filmografia di Paolo Sorrentino, e The New Pope rappresenta forse la summa di tutta la sua poetica.
Per capire, per amare Sorrentino ed i suoi lavori è necessario "sentirli" dentro, provarli, afferrarli. Non sono opere didascaliche, non sono messaggi immediati, non sono lavori lineari i suoi. Sorrentino si muove senza spazio e senza tempo, senza provare a dare forma a parole, immagini o al racconto ma anzi plasmando lo spettatore rispetto a parole, immagini e racconto.
Paolo Sorrentino è un marchio di fabbrica, è un brand riconosciuto, alla stregua Armani o di un brano dei Pink Floyd.
Vederlo tessere una trama eterea all'interno di uno spazio televisivo è stato come ammirare Michelangelo dipengere la Cappella Sistina.
Potrete sforzarvi a cercare un senso nella trama, un obbligato pattern fra i personaggi ma quello che vi rimarrà attaccato addosso sarà più forte e costante di qualsiasi coesione narrativa.
2 anni fa usciva il pilot della serie tv di Sorrentino che faceva seguito a The Young Pope.The New Pope è un'opera sublime, forse una delle più importanti del nuovo millennio, che continua nel solco scavato da "The Young Pope".
E' incredibile notare come al termine della stagione ci si senta molto più vicini alla Chiesa o quantomeno più vicino allo spirito e alla spiritualità. E' incredibile se consideriamo che stiamo parlando di una serie tv dissacrante dove vengono mostrate suore incinta, cardinali depravati, uomini di chiesa alle prese con prostituzione minorile.
Che siate uomini di fede o di scienza (Ogni riferimento a Lost è puramente cercato) non potrete restare indifferenti di fronte all'affresco vitale e spirituale che Sorrentino, servendosi di John Malkovich e Jude Law ma anche di guest star ingombranti come Marylin Manson e Sharon Stone, riesce a tinteggiare.
Sono sfumature cromatiche meravigliosamente stridenti quelle che ci offre. Un Papa giovane e un Papa eclettico, un Papa intimo ed uno depresso, un Papa rigoroso ed uno "artistico". Contrasti che smarriscono ma che ci ricongiungono alla caducità e all'imperfettibilità della nostra esistenza, macchiata di sbagli, sottesa di dubbi, avvolta dal peccato eppure sempre cosi soave, dolce, bella.
Ed è la ricerca della bellezza, estetica e sostanziale, che ammanta tutta la serie, quasi come fosse l'ennesima ossessione visiva del regista napoletano.
Una serie tv dove viene esclamato che non c'è differenza fra una santa e una puttana, solo per citare una delle decine di frasi spiazzanti nel rapporto fra uomo e Dio. Eppure Sorrentino riesce ad avvicinarci a Dio, alla spiritualità. Riesce a farlo grazie alla messa in scena di un mondo in cui Dio è morto ma che forse rappresenta l'unica salvezza. Una salvezza che passa dai dimenticati e dall'amore, dai diseredati e dalla tenerezza, dai Santi e dai diavoli, dai poveri e dalla gentilezza. Sorrentino riesce, grazie a degli straordinari Jude Law, Silvio Orlando e John Malkovich a mettere in scena il tormento esistenziale di ogni uomo.
Lo spirito torna ad ardere di passione, la passione lascia spazio alla cerebrale rinascita di ogni nostro senso. The New Pope educa attraverso un linguaggio rischioso, quasi blasfemo, volutamente intriso di aberranti e scostanti astrazioni mentali e reali momenti di solitudine, di beatitudine, di spaesamento, di fragilità, di grande potenza e forza d'animo.
Uomini dannati e tormentati appunto ma sempre in cerca di affetto, amore e tenerezza. Quella tenerezza muta sul volto di Girolamo. Quella tenerezza deviata sul volto di uomini di chiesa che vorrebbero sentire calore umano. Quella tenerezza sul volto di una madre il cui figlio non vivrà mai davvero.
Si dirà che questa recensione non è una recensione.
Sarebbe un complimento, enorme complimento.
In fondo, neppure The New Pope è veramente una serie.
E' qualcosa di più.
E' uno spazio onirico della lunghezza di qualche puntata.
Sorrentino in 9 episodi ci parla di ogni cosa senza parlarci davvero di nulla. Immigrazione, Social Media, Bibbia, Fede, Politica e via discorrendo.
E' un'opera maestosa e senza tempo la sua che in un mondo perfetto ricorderemmo a lungo, forse per sempre.
Comentários