Votereste David Simon e George Pelecanos per il Pulitzer?
Quanto gattopardesca è diventata la nostra società?
Possiamo fare qualcosa per riprendere in mano le sorti delle nostre città?
Vi avevo già parlato di We Own This City in questo post di first impression.
Come sempre capita quando parlo di prodotti HBO, soprattutto di quelli che vedono la collaborazione di David Simon e George Pelecanos, finisco per farmi trasportare da quel che viene mostrato e raccontato.
Nessuno più di loro, infatti, riesce a farmi entrare nel vivo delle cose, proiettando la mia coscienza verso problematiche che vengono affrontate in maniera distaccata, e per questo mai emotiva e soggettiva, e dettagliata.
Con il duo di autori devi metterci la testa, oltre che il cuore. La combinazione delle 2 cose, di solito, ti permette di pensare, riflettere e ragionare per davvero sugli atavici problemi che ci circondano, senza polarizzarli, senza renderli l'oggetto di discussioni da bar.
We Own This City riparte da Baltimora, dalla terra che lanciò. oramai 2 decadi fa, Pelecanos e Simon, grazie a The Wire.
Baltimora sta ai 2 autori come Roma sta a Totti, come Manhattan sta a Woody Allen, come Napoli sta a Totò.
Per loro, tornare lì vuol dire tanto, vuol dire riprendere da dove avevano concluso (la fine di The Wire) e rituffarsi tra le strade e nei palazzi del potere per capire che cosa sia accaduto nel frattempo e se qualcosa si sia mosso.
Quale sarà stata la loro "sentenza"?
Per chi non avesse visto The Wire, oltre allo spassionato consiglio di recuperarla, stiamo parlando di una delle pietre angolari della serialità.
Lo show, andato in onda sulla HBO tra il 2002 ed il 2008, aveva delineato i tratti di un'America dove i conflitti razziali, la police brutality e, soprattutto, lo schema politico/sociale impedivano il progresso e l'uguaglianza tanto proclamata nella costituzione americana.
Il finale, quello splendido ed enigmatico finale, ci suggerivano che, nonostante gli sforzi di tanti uomini e donne buoni (poliziotti, politici, gente comune) ed i tanti cambiamenti di facciata, nulla cambiava davvero. Le diseguaglianze restavano, i conflitti permanevano, gli abusi non calavano, il crimine non veniva mai davvero contrastato.
We Own This City, che trae spunto da una vicenda di cronaca giudiziaria reale avvenuta solo pochi anni fa nel dipartimento di polizia di Baltimora, si propone, nel suo schema più grande, di fare il punto della situazione a quasi 15 anni da quel finale ed a 20 dall'inizio di The Wire.
Il finale di We Own This City non lascia scampo ad alcun dubbio.
20 anni dopo il Gattopardo è ancora lì. Tutto è cambiato affinchè nulla sia davvero cambiato.
Emblematici sono gli ultimi 20 minuti del nuovo show di HBO, dove vengono passati in rassegna gli eventi giudiziari e politici legati allo scandalo che nel 2017 ha travolto la task foce denominata "Baltimore Gun Trace Task Force", chiamata a debellare il crimine nelle strade e finita per incentivare e creare una vera e propria organizzazione criminale all'interno della polizia.
I membri di quella squadra speciale hanno finito per macchiarsi di crimini efferati che, a vario titolo, li hanno portati a condanne dai 7 ai 25 anni, travolgendo tutto il sistema politico e giudiziario di Baltimora e dell'America tutta.
Corruzione, depistaggi, furti e depravazione hanno reso quella task force un'onta che ha macchiato l'America tutta.
Una cosa, del finale, mi ha lasciato di stucco più di ogni altra.
Il commissario di polizia Davis, chiamato qualche anno prima a risollevare e ripulire le sorti del corpo di polizia tutto, viene sostituito dalla sindaca di allora, a causa del suo impegno reale nel combattere quanto stava accadendo, a causa della sua manifesta volontà di cambiare le cose.
Il messaggio dietro quel licenziamento è che non esiste nessuna vera volontà politica di cambiare, migliorare, rivedere le cose.
Le efferatezze della Gun Trace erano note a tutti ma nessuno le denunciava, tale era il potere di Wayne Jenkins (uno splendido Jon Bernthal) e della sua squadra.
Quando, però, quelle spietate e delinquenziali azioni vennero a galla, si fece di tutto per condannare i colpevoli (che infatti furono tutti incarcerati a lungo) senza, tuttavia, riformare la polizia.
Ci fu, anzi, un continuo ostacolare chi, come il commissario Davis e tanti altri, provasse a mettersi in gioco nel tentativo di sradicare le erbacce e rivitalizzare le forze di polizia attraverso un percorso che riportasse i cittadini a fidarsi di nuovo delle forze armate.
Non sarebbe stato facile come percorso ma sarebbe stato doveroso e naturale avviare quel processo.
Questo non avvenne e l'unica cosa che accadde è che quei portatori reali di cambiamento furono tutti rimpiazzati o costretti a dimettersi, o semplicemente scoraggiati a continuare la battaglia.
Al loro posto dei volti di facciata che, puntualmente, finirono per ripetere gli stessi errori, volgere lo sguardo da un'altra parte ed accontentare i potenti di turno.
Ancora una volta, a Baltimora, ed in tutta l'America, tutto cambiò affinche nulla cambiasse.
20 anni dopo l'inizio di The Wire.
15 anni dopo il suo incredibile series finale.
Il Gattopardo non si è mosso.
E' ancora lì, ha solo cambiato aspetto. Ha solo modificato il suo comportamento.
Scopri tutti i voti alla prima stagione di We Own This City
Sviluppo Personaggi: 8 Complessità: 9 Originalità: 9 Autorialità: 10 Cast: 7,5 Intensità: 9 Trama: 6,5 Coerenza: 8 Profondità: 10 Impatto sulla serialità contemporanea: 7 Componente Drama: 10 Componente Comedy: 2 Contenuti Violenti: 8 Contenuti Sessuali: 2 Comparto tecnico: 7 Regia: 6,5 Intrattenimento: 2 Coinvolgimento emotivo: 6 Opening: 9 Soundtrack: 4 Produzione: HBO Anno di uscita: 2022 Stagione di riferimento: 1
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