Rivalità e rivalsa.
Preparazione mentale e fisica.
Strategia e cuore.
Talento e concentrazione.
Mito e leggenda.
Sudore e classe.
Nervi e gambe.
Dinastie e destino.
Winning Time si proponeva di raccontare, attraverso l'ascesa dei Los Angeles Lakers dagli anni '80 in poi, una storia di sport che, al confronto, Ogni Maledetta Domenica impallidirebbe.
Quella partita, lunga 2 stagioni, si è interrotta bruscamente qualche settimana fa con la notizia della cancellazione dello show da parte della HBO.
Un finale di stagione convertito in fretta e furia in finale di serie con tanto di titoli di coda e didascalie a ricordarci le gesta future (rispetto agli eventi narrati nello show) dei protagonisti.
Un peccato.
Sapete cos'altro sarebbe un peccato? Non partecipare alle frenetiche votazioni per decretare quali serie e quali personaggi dovranno entrare nella Hall of Fame delle serie tv!
Qui trovate tutti i post all'interno dei quali troverete i sondaggi.
Chi mi conosce lo sa.
Le serie tv sono la mia più grande passione/ossessione.
L'altra (o una delle altre) è la NBA.
Vi avevo già tediato nel post di commento alla prima stagione su quanto fosse stato incredibile per me venire a conoscenza che la mia emittente preferita (la HBO) avrebbe creato una serie tv sulla storia della NBA o meglio dei Los Angeles Lakers e che a produrla ci sarebbe stato Adam McKay!
Un'orgia di emozioni in un colpo solo per me! Ma ora andiamo avanti!
Andiamo avanti consapevoli che la cancellazione ha fatto male a quelli accomunati da una cosi forte doppia passione come me.
La seconda stagione è stata linearmente dipendente dalla prima ereditandone i tanti pregi ed i pochi difetti.
Alla creazione delle fondamenta di quella che sarebbe stata la dinastia Lakers e la carriera di uno dei più grandi cestisti all time come Magic Johnson sono seguite le sfide interne a quella che era diventata, finalmente, una grande squadra, una delle squadre da battere.
Questo nuovo "status" ha permesso agli autori di calcare profondamente la mano su una delle rivalità più accese della storia dello sport, quella fra Los Angeles Lakers e Boston Celtics.
Fuck Boston!
Beat L.A.!
L'aspetto che più ha caratterizzato questa stagione e che più mi ha lasciato soddisfatto è stato, probabilmente, proprio questo.
Scavare in quella rivalità è stato selvaggio come selvaggia era la contrapposizione dentro e fuori dal campo.
Scovare negli archivi fatti e antefatti succulenti come i giocatori dei Lakers in fuga dal TD Bank Garden dopo una vittoria in trasferta, i tifosi dei Celtics che urlavano "Beat L.A." al culmine di un'eliminazione della propria squadra contro Philadelphia, le statistiche impietose per i Lakers nelle Finals giocate contro i "verdi", la voglia di vincere contro i Celtics che pareva essere ancor più grande della voglia di vincere e basta, scovare tutto ciò ha reso lo show ancor più sanguigno e verace di quanto già non fosse.
Mr Buss è riuscito ad inculcare nella testa di ogni singolo membro della famiglia Lakers la voglia di emergere e di battere, finalmente, Auerbach e compagni, togliendo dalle loro facce quei sorrisi compiaciuti e arroganti di chi sa di avere la Storia, con la S maiuscola, dalla propria parte.
I titoli sono arrivati.
La vendetta sui Celtics no.
Almeno non nei frame che la seconda stagione ci ha mostrato.
La terza avrebbe dovuto portarci dentro questa guerra sportiva senza quartiere.
Non entreremo mai in quella arena.
Non assisteremo mai alla resa dei conti finale.
Un peccato.
Un enorme peccato.
Un peccato capitale per un emittente come la HBO che da sempre crede nella forza dei progetti che mette in atto più che nella forza degli ascolti (comunque fondamentali).
Buss e la HBO accomunati da questa forza propulsiva che aveva permesso al primo di entrare nella leggenda, alla seconda di creare delle serie leggendarie che per sempre le altre emittenti invidieranno.
Per chi, come me, la NBA la assapora da decenni, queste 2 stagioni di Winning Time sono state, comunque, un regalo bellissimo, un regalo la cui pregevole fattura ha permesso di ri-assaporare storie già note con un gusto tutto nuovo ed un impeto che solo le grandi storie sanno scatenare.
Una famiglia, quella dei Lakers, molto complicata, dei leader di statura morale enorme come Karim a guidarla, dei giovani avventurosi e poco attenti come Magic a proiettarla nel futuro.
La guida di coach venuti dal nulla come McKinney a sancire il primo salto, Paul Westhead ad imprimere il primo sigillo e quella che sarebbe divenuta un'icona di questo sport, come Pat Riley, a raccogliere i cocci di un team deflagrato sotto i colpi delle fughe di notizie interne ed esterne.
Winning Time è stata una grande storia di sport, una grande storia di vita.
Sarebbe stato bello continuare a restare dentro quello spogliatoio ma, purtroppo, la HBO ci ha invitato ad uscire.
Troppo presto ma comunque dopo averci permesso di vivere l'aria umida e testosteronica di uno degli ambienti più caldi della storia della pallacanestro.
Sceneggiatura: 7,5
Regia: 8
Cast: 7,5
Genere: Sportivo
Complessità: 6,5
Originalità: 7,5
Autorialità: 8
Intensità/coinvolgimento emotivo: 8
Profondità: 6
Contenuti Violenti/Sessuali: 3
Intrattenimento: 7
Opening: 10
Soundtrack: 5
Produzione: HBOMax
Anno di uscita: 2023
Stagione di riferimento: 2
Voto complessivo: 7,5
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